Il gip del tribunale di Napoli, Giovanna Cervo ha condannato all’ergastolo Giovanni Esposito, detto o’ muort, Davide Francescone e Ciro Caiazza, detto o’ fraulese ritenuti responsabili dell’omicidio del disabile 25enne Antonio Landieri assassinato a Scampia il 6 novembre del 2004 durante un raid a colpi di mitraglietta Uzi. Per i tre e’ stata disposta anche la revoca della potesta’ genitoriale. Il gip ha anche condannato a 17 anni e 4 mesi di reclusione i pentiti Gennaro Notturno, detto o’ sarracino elemento apicale dell’omonima cosca degli “scissionisti”, e Pasquale Riccio, ex ras della cosca degli Abete-Abbinante-Notturno.
Ma c’è anche una assoluzione di peso per il boss Cesare Pagano, ritenuto il mandante di quell’efferato omicidio perche’ all’epoca era il capo della consorteria criminale staccatasi e divenuta rivale del clan Di Lauro in una ‘guerra’ che porto’ a 84 morti in meno di sei mesi. E proprio sul ruolo del mandante e sulla ricostruzione dei pentiti che l’avvocato Domenico Dello Iacono e’ riuscito a spuntarla. Infatti i due collaboratori sono entrati in contrasto tra loro proprio sul chi avesse dato l’ordine e questo non ha convinto i giudici.
L’omicidio avvenne durante la prima faida di camorra che sconvolse Napoli tra il clan Di Lauro e le famiglie ‘scissioniste’ degli Amato-Pagano. Dopo un duplice omicidio gli Amato Pagano organizzarono una spedizione punitiva contro il clan Di Lauro: il gruppo di fuoco armato di mitragliette sparo’ all’impazzata nei cosiddetti “Sette Palazzi” del rione. Antonio Landieri, a causa dei suoi problemi di salute, non riusci’ a scappare e venne raggiunto – e ucciso – da due colpi alla schiena. Gli scissionisti si misero in contatto con la famiglia a cui furono offerti 150mila euro di risarcimento. La famiglia, pero’, rifiuto’ i soldi della camorra.
Articolo pubblicato il giorno 4 Ottobre 2018 - 20:58