Si sono pentiti in rapida successione uno dietro l’altro tranne uno i quattro componenti del gruppo di fuoco del clan Mele di Pianura. E ora si scopre che lo stesso gruppo ovvero due dei tre con il consenso del boss Vincenzo Mele detto Enzo e’ bianchina aveva deciso di uccidere uno del gruppo perchè ritenuto non affidabile. La vittima in questione doveva essere Antonio Vanacore pentito dallo scorso anno. E la decisione di ucciderlo l’avevano presa l’allora co-reggente del clan Salvatore Romano detto muoll muoll e Pasquale Esposito junior (anche loro pentiti). Erano stati arrestati nel febbraio del 2017 dai carabinieri insieme con Marco Battipaglia (l’unico del gruppo a non essersi pentito) perché trovati in possesso di un arsenale con il quale erano pronti a compiere una serie di rapine e omicidi nella zona di Pianura e nell’area flegrea. E’ stato il collaboratore di giustizia a raccontare alla Dda l’inedito retroscena dei contrasti interni al gruppo in un verbale del 17 novembre del 2017 e contenuto nelle 60 pagine dell’ordinanza cautelare che tre settimane fa ha portato in carcere il boss Vincenzo Mele e i suoi fedelissimi Vincenzo Morra detto pallina e Fabio Orefice o’ leone accusati di estorsione. Ha raccontato Esposito:
“La decisione di uccidere Antonio Vanacore era stata concordata tra me e Salvatore Romano con l’autorizzazione di Vincenzo Mele che noi avevamo informato della nostra intenzione. La decisione era dovuta aduna duplice ordine di motivi: innanzitutto in quanto Vanacore in una occasione non volle accollarsi la responsabilità della detenzione di un’arma per la quale fu arrestato Salvatore Romano. In particolare i due subirono un controllo dalle forze dell’ordine nel viale dove abita Romano che in q ella occasione era armato e gettò l’arma a terra sotto un’auto parcheggiata. Quando le forze dell’ordine li portarono in ufficio il Vanacore non volle accollarsi la responsabilità sicchè il Romano fu costretto ad assumersela e fu arrestato. La cosa ovviamente non fu gradita. Se non ricordo male Romano è stato arrestato per questo fatto tra il 2014 e il 2015. Inoltre il Vanacore aveva anche dimostrato di essere diffidente nei nostri confronti…omissis…Per tali ragioni Romano ed io decidemmo che Vanacore doveva essere fatto fuori perché era poco affidabile e quando lo comunicammo a Vincenzo Mele lui stesso ci disse che era opportuno ucciderlo”.
Renato Pagano
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(nella foto da sinistra Alfredo Romano, Marco Battipaglia, Antonio Vanacore, Pasquale Esposito junior)
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