Fu Emanuele Baiano ad uccidere a colpi di pistola Antonino D’Andò prima che fosse sciolto nell’acido e venisse fatto sparire il corpo. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare che stamane ha colpito sette esponenti del clan Amato-Pagano e in particolare la fazione dei Pagano retta all’epoca da Mariano Riccio genero del super boss Cesare Pagano. Fu lo stesso giovane capo a deliberare la morte di D’Andò insieme con l’altro cognato Carmine Cerrato detto takendò (oentito da alcuni anni). Il gruppo di fuoco era composto dai due capi e poi da Emanuele Baiano, Giacomo Migliaccio, Giosué Belgiorno classe ’89 , Giosuè Belgiono classe ’90, Mario Ferraiuolo, Ciro Scognamigliuo, Vincenzo Nappi, Andrea Severino e Giuseope Parisi. Era il periodo dello scontro tra le due diverse fazioni della potente famiglia degli scissionisti da una parte i Maranesi di Mariano Riccio legato ai Pagano dall’altro i melitesi legati agli Amato al cui vertice (con la latitanza di Carmine Amato a vicchiarella e la detenzione di Raffaele junior vi era proprio Antonino D’Andò.La sua eliminazione segnò il punto di massima rottura tra le due famiglie ma anche il dominio momentaneo del gruppo di Mariano Riccio. Alla distruzione del cadavere di D’Andò se ne occuparono i due Belgiorno, Mario Ferraiuolo e Ciro Scognamiglio. Numerosi sono i pentiti che hanno parlato dell’omicidio di Antonino o’ russo contribuendo a fare luce sull’efferato delitto. Fabio Vitagliano in un verbale del 15 maggio del 2013 spiega agli investigatori: “… omicidio di Antonio D’Andò di cui ho saputo da Mirko Romano e poi da Ciro Scognamiglio nel corso della mia recente detenzione a Poggioreale. E Scognamiglio è uno degli autori materiali, gli altri esecutori sono Mario Ferraiuolo, Giosuè il piccolino, Salvatore Romano, Giosuè il grande. L’omicidio di D’Andò viene deciso da Mariano Riccio per la ragione-dettami da Ciro Scognamiglio- che Mariano voleva essere capo di tutto e non voleva contrasti quando prendeva le decisioni. per quanto dettomi da Mirko Romano il cadavere venne sciolto nell’acido dagli stessi esecutori, non so dove venne ucciso ne dove venne sciolto il cadavere…”.
Rosaria Federico
1. continua
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