Napoli. Ci sono le telecamere di video sorveglianza di uno studio assicurativo di Pianura che inchiodano Vincenzo Morra, 32 anni detto Pallina e ritenuto uno degli esattori del racket per conto del boss, Vincenzo Mele, detto Enzo e’ Giulietta, e con lui il boss stesso e l’altro complice, Fabio Orefice detto o’ leone. I tre in carcere dalla scorsa settimana con l’accusa di associazione camorristica ed estorsione interrogati dal gip hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere e giocarsi tutto davanti al Riesame. E’ stato l’assicuratore coraggioso a denunciarli e poi a consegnare alla polizia i filmati dai quali si nota come Morra arrivi in agenzia e mentre si siede fa un gesto con la mano per bloccare la pistola che portava dietro e che rischiava di cadere. Gli aveva chiesto “un regalo per i carcerati” di 500 euro a Pasqua, Natale e Ferragosto per il suo capo così aveva detto e che a lui non si poteva dire di non perché poi sarebbe stato costretto a “ripassare”. Ma la vicenda estorsiva nei confronti dell’assicuratore si completava quando a casa di Salvatore Polverino, noto pregiudicato della zona detto Puparuolo e della moglie Nunzia Fiore (entrambi indagati a piede libero in questa inchiesta) il boss e lo stesso Polverino facevano richieste estorsive pesanti ai dipendenti dell’assicuratore. Il boss infatti aveva detto loro: ‘… non date retta ne a …omissis… ne a …omissis.. ma parlate direttamente con ‘il Chiatto’ quello ci deve dare 10mila euro, altrimenti lo spariamo come abbiamo fato con Daniele” E Polverino di rimando incalzando il boss Enzo Mele replica: ‘devi chiedergli 50mila euro e non diecimila”. Poche ore dopo il pomeriggio del 24 luglio scorso l’assicuratore senza perdersi d’animo va dalla polizia e denuncia il fatto, consegna i filmati e dopo tre mesi il boss e suoi due affiliati sono stati arrestati.
Articolo pubblicato il giorno 8 Ottobre 2018 - 20:48