“Bataclan” è il titolo della prima personale fotografica di Renato Aiello, giornalista e fotoamatore napoletano, visitabile dal 2 al 15 ottobre presso il Complesso Monumentale di San Severo al Pendino, situato a Via Duomo 286. Una mostra a ingresso libero, aperta tutti i giorni tranne la domenica, che si configura come un vero e proprio percorso nella memoria del primo anniversario delle stragi del 13 novembre 2015 a Parigi, attraverso le immagini in bianco e nero della gente accorsa al Boulevard Voltaire. I volti, gli sguardi, le candele e i fiori delicatamente riposti sotto la lapide commemorativa, le mani conserte in segno di preghiera in una mattina senza sole, il dolore vissuto con dignità da amici e parenti delle 90 vittime del Batalcan. La compostezza di un lutto difficilissimo da elaborare, una ferita ancora aperta a distanza di tre anni: più di trececnto furono infatti le vite falcidiate quella notte, nel complesso degli attacchi coordinati ed eseguiti su vasta scala nella capitale francese da terroristi di matrice islamista, inneggianti all’allora sedicente Stato Islamico in Syria e Iraq. Quaranta foto esposte, di cui alcune candidate l’anno scorso dall’autore al Magnum Photography Award 2017 (e cinque esposte in qualche collettiva su invito, tra cui la kermesse “Arte in Vetrina 2016” e “Via la Violenza a suon di foto” di Maison de la Photo), che provano a raccontare la prima commemorazione ufficiale degli attentati, seguita dalle tv e da giornalisti di tutto il mondo. Quaranta scatti scelti dall’autore nella moltitudine di fotografie realizzate quel giorno che, a suo dire, “non è stato semplice da affrontare e metabolizzare anche dopo. Non sono mancati i momenti in cui pigiare sul tasto dell’otturatore si è rivelato più difficile di quanto pensassi, nonostante la regola della giusta distanza che questo mestiere ci impone quando si è impegnati nella cronaca di situazioni dolorose e tragiche”, è ciò che confessa l’autore del reportage, che in quella mattina del 13 novembre 2016 si trovò quasi per caso al Boulevard Voltaire. “Non potevo non documentare, semplicemente sentivo il dovere di riprendere, di lasciare, per quanto possibile e nei miei limiti, un ricordo di quel giorno”. Questo infatti il compito e la missione ultima della mostra: mantenere alta l’attenzione e preservare il valore fondamentale della memoria, per la nostra generazione e per quelle che verranno. Affinché non solo tutto questo non si ripeta più, ma si prenda finalmente coscienza dell’orrore e della morte senza senso che solo l’interpretazione violenta della religione sa produrre. Le testimonianze fotografiche delle associazioni musulmane contrarie alla follia e alla barbarie terroristica, presenti quel giorno con rappresentanti, manifesti e totem roll up per strada, sono la prova dell’esistenza di un Islam moderato. Un Islam forse ancora timido e poco attivo, ma chiamato a un ruolo di sempre maggiore responsabilità nella nostra società. Finissage previsto per il 13 ottobre dalle ore 16 alle 19, con un testo critico di chiusura rassegna e sarà presente inoltre all’esposizione anche un’installazione artistica dedicata all’Europa e dei cahiers (quaderni) su cui raccogliere impressioni e note, riflessioni e opinioni in merito alla mostra. E il riscontro è stato già finora molto positivo, di critica e pubblico, con tanti commenti e pensieri scritti da visitatori italiani e da tutto il mondo, in particolare francesi, molto presenti nella via dei Musei a Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 12 Ottobre 2018 - 09:03