Un vero e proprio business quello che sta creando negli ultimi anni l’orso bruno marsicano, ma anche i cervi e i lupi, all’interno dell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, richiamano l’attenzione di molti. L’avvistamento dell’orso bruno, una specie a rischio estinzione, richiama turisti, fotografi e curiosi da tutta Italia ma non solo; portando un forte indotto economico. Tutto, in questa meravigliosa terra nel cuore dell’Abruzzo, parla di orsi. Esiste una serie infinita di “Bar dell’orso”, “Locanda dell’orso”, “Ristorante orso bruno”. Ed ancora sagome di orsi, cartelli, souvenir. Racconta questo allevatore: “Ho visto l’orso marsicano, era piccolo. Sopra una fontana. Non sono cattivi, sono animali buoni”. Simone Bucci, del B&B Nonna Li, a Villetta Barrea, conferma il trend crescente di turismo: “Negli ultimi anni è aumentato l’interesse verso la fauna selvatica e in paese si riscontra un aumento dei turisti che vengono per provare ad avvistare cervi, orsi, nelle varie escursioni”. Maurizio Caniglia, della Cooperativa Camosciara: “L’opportunità di vedere gli animali è molto alta perché ci troviamo in una zona di riserva integrale del parco, è la più antica d’Italia, se non di Europa. Abbiamo l’orso, l’aquila, il camoscio, il lupo e delle ricchezze faunistiche”. Intanto nei punti di osservazione si radunano curiosi, turisti e appassionati per cercare di vedere l’orso da vicino. Ma, come dicono gli abruzzesi, “l’orso è una incontratura”: puoi stare ore ad aspettarlo e non vederlo; o avere un pizzico di fortuna e incontrarlo quando meno te lo aspetti. Questi ragazzi arrivano da Napoli: “Abbiamo visto la lince, i cinghiali, la volpe e ora i lupi, l’orso è la cosa più difficile da vedere, è raro”.
Articolo pubblicato il giorno 16 Ottobre 2018 - 16:46