“La legge 194 va difesa a denti stretti. Piuttosto si intervenga sulle cause principali dell’aborto come la violenza sulle donne e la precarietà economica”. Lo ha dichiarato Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati. “E’ bene ricordare che l’Italia è tra i Paesi a sviluppo avanzato con un più basso ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Solo Germania e Svizzera hanno un tasso di abortività più basso del nostro. Nel nostro Paese inoltre, secondo gli ultimi dati ufficiali del Ministero della salute, si sono registrati 182 aborti ogni mille nati vivi. Un rapporto di abortività con un trend in decrescita continua da vent’anni a questa parte. Questi numeri confermano che non esiste alcuna emergenza in questa materia e che la legge 194 sta svolgendo egregiamente il proprio ruolo di riduzione del fenomeno degli aborti clandestini e di maggior consapevolezza delle donne nel prendere una scelta così delicata per la loro vita. Piuttosto si agisca sulle cause principali delle interruzioni volontarie di gravidanza. Il 56% delle donne che scelgono l’Ivg sono inoccupate o studentesse. E’ evidente che la precarietà economica ha fortissime responsabilità in tal senso. Occorrono misure a sostegno della natalità, delle giovani coppie e delle ragazze madri, tali da offrire a queste donne una possibilità concreta di poter mantenere il proprio figlio. Sarebbe un modo per fare fronte alla crescita zero che attanaglia l’Italia da troppi anni con conseguenze disastrose per il nostro modello sociale. Accanto a questo bisogna intervenire con misure efficaci di prevenzione per le violenze subite dalle donne che culminano spesso nella scelta di abortire. Un dramma che riguarda in particolar modo le donne extracomunitarie vittime del mercato della prostituzione. In quest’ ultimo caso il ricorso all’aborto clandestino o al fai da te è una prassi ricorrente il cui esito è quasi sempre letale per madre e figlio. Una mattanza che va interrotta a tutti i costi – conclude la deputata di Liberi e Uguali”.
Articolo pubblicato il giorno 11 Ottobre 2018 - 19:20