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Uccide i figli in carcere: morte cerebrale anche per il secondo bimbo. Si cerca il padre per l’espianto degli organi

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Si aggrava il bilancio della tragedia avvenuta al nido del carcere di Rebibbia, dove una detenuta ha lanciato i due figlioletti per le scale: uno è morto ieri, per l’altro, ricoverato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, è in programma l’avvio della procedura di accertamento di morte cerebrale. “Le condizioni del bimbo – si legge nell’odierno bollettino medico dell’ospedale – sono purtroppo gravissime. Le ultime indagini necessarie per la valutazione del quadro clinico hanno confermato la condizione di coma areflessico con elettroencefalogramma isoelettrico. Prosegue supporto rianimatorio avanzato. È in programma l’avvio della procedura di accertamento di morte cerebrale”. (- La Procura di Roma, che indaga sul duplice omicidio avvenuto ieri nel carcere di Rebibbia ad opera di una detenuta tedesca che ha scaraventato i figli (Faith nata a Monaco di Baviera il 7 marzo scorso e il fratellino Divine nato sempre a Monaco il 2 febbraio del 2017) per le scale del nido, lancia un appello per rintracciare il padre al fine di sbloccare la procedura di espianto degli organi dopo l’avvio dell’accertamento della morte cerebrale di Divine, ricoverato nell’ospedale Bambino Gesu’. Del padre gli inquirenti forniscono il nome: si tratta di Ehis E., di nazionalita’ nigeriana. “L’uomo puo’ contattare – spiegano gli inquirenti – la direzione sanitaria dell’ospedale Bambino Gesu’ allo 06.68592424, o i carabinieri del nucleo Investigativo di via in Selci al numero 06.48942931”.  “I miei bambini adesso sono liberi, in cielo”. È quanto detto dalla detenuta che ieri ha ucciso la figlia neonata è ridotto in fin di vita il figlio di due anni, nel carcere di Rebibbia. Secondo quanto si apprende da fonti investigative la donna, che ha scaraventato i due piccini dalle scale in preda a un raptus, era completamente fuori di senno. A chi nel pomeriggio le ha parlato, ha raccontato di aver agito per “liberare i figli e mandarli in cielo”.La donna, ora ricoverata nel reparto di psichiatria, e piantonata h 24, dell’ospedale Sandro Pertini era in carcere, in custodia cautelare, perché trovata in possesso meno di un mese fa di un carico di marijuana di dieci chili.I fatti risalgono a ieri mattina, quando la donna ha gettato i suoi due figli, di quattro mesi e un anno, da una rampa di gradini dell’istituto penitenziario.La ragazza, tedesca di origini georgiane, prima del raptus omicida non aveva dato particolari segni di squilibrio. La sua scheda non riportava particolari problemi psicologici, né episodi di aggressività o autolesionismo. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso per la ‘linea dura’ dopo quanto accaduto ieri a Rebibbia dove una detenuta ha ucciso sua figlia e ferito gravemente l’altro. Il ministro infatti ha sospeso la direttrice e la vicedirettrice della sezione femminile del carcere e inoltre il vicecomandante del reparto di Polizia Penitenziaria. La sospensione e’ cosi’ scattata per il direttore della casa circondariale femminile di Roma-Rebibbia, Ida Del Grosso, per la sua vice, Gabriella Pedote, e per il vice comandante del reparto di Polizia penitenziaria, Antonella Proietti. Dopo la decisione presa dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in seguito ai fatti avvenuti ieri nel carcere romano, i provvedimenti sono stati adottati dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini. Da ieri, inoltre, e’ in corso un accertamento ispettivo da parte del Dap.


Articolo pubblicato il giorno 19 Settembre 2018 - 17:34

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