All’alba di questa mattina, i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferore hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal gip di Nocera Inferiore, sei soggetti, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni dell’Istituto nazionale di previdenza sociale e dell’Agenzia delle Entrate, nonché di emissione ed utilizzazione di fatture per prestazioni inesistenti. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi all’esito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore e avviata nel corso del 2016. In particolare, l’attività investigativa ha consentito di accertate l’esistenza di un sodalizio criminale composto da commercialisti, imprenditori e faccendieri che, attraverso false assunzioni nonché la costituzione di società fittizie che emettevano documentazioni contabili per prestazioni mai eseguita, avrebbe consentito ad imprenditori compiacenti di beneficiare, dietro il pagamento di una provvigione percentuale, di indebite erogazioni previdenziali da parte dell’Inps e di crediti di imposta da parte dell’Agenzia delle Entrate: E’ stata individuata la base operativa del sodalizio, tracciandone l’organigramma e individuando il ruolo ricoperto da ciascuno dei sodali legali tra loro dal vincolo associativo. Le indagini hanno permesso di comprovare un’indebita percezione di indennità previdenziali per due milioni di euro, oltre a documentare l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti, che poi consentivano ai portatori di beneficiare di crediti di imposta, per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro. 45 sono gli indagati raggiunti da misure cautelari reali di sequestro preventivo per equivalenti, aventi ad oggetto conti correnti, beni immobili e titoli di credito per 7 milioni di euro.
L’operazione “Leonardo” costituisce il naturale seguito e sviluppo della nota maxi inchiesta “Mastrolindo” che ha già portato all’esecuzione di 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e professionisti e al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 137 milioni di euro, in relazione alla scoperta di svariate aziende (ubicate nell’agro nocerino-sarnese e operanti nel terziario, soprattutto ditte di pulizie), risultate “scatole vuote” costituite al solo scopo di “caricare” su di esse migliaia di rapporti di lavoro fittizi, al fine di conseguire indebite erogazioni previdenziali e assistenziali dall’INPS (indennità di disoccupazione, maternità e malattia).
Gli arrestati
Gli elementi investigativi raccolti nel corso delle indagini dirette dal sostituto procuratore Roberto Lenza e condotte dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, che vedono indagate oltre 600 persone, conseguono un primo importante traguardo operativo, con l’esecuzione di misure cautelari e reali nei confronti di 46 soggetti. L’ordinanza del gip del Tribunale nocerino, eseguita questa mattina da un notevole dispiegamento di forze del Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore e della citata Sezione di polizia giudiziaria, ha colpito
Domenico DESIDERIO (commercialista);
ArcangeloBATTIMELLI (commercialista);
Ottavio CARUSTI (commerciante);
Sabato ABAGNALE (faccendiere);
Aurelio SALIERNO (imprenditore/commerciante);
Vincenzo CARUSTI (imprenditore/commerciante);
contestualmente, i restanti indagati, con 40 misure cautelari di tipo reale (sequestro per equivalente) per un importo di circa 7 milioni di euro.
Le accuse
Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla:
a. commissione di una pluralità di truffe in danno dell’INPS (gli ideatori del disegno criminoso si sono, in definitiva, associati tra loro per costituire società fittizie ed assumere altrettanti fittizi nte lavoratori subordinati, allo scopo di frodare l’INPS che ha così erogato prestazioni previdenziali e assistenziali non dovute, per 2milione a favore degli indagati);
b. emissione ed utilizzazione di fatture per circa 20mila euro di operazioni inesistenti (i promotori ed organizzatori del disegno criminoso utilizzavano le stesse ditte anche quali “stamperie” di fatture per prestazioni mai effettuate a favore di ditte realmente operanti che, di conseguenza, registravano crediti IVA/costi inesistenti abbattendo così le
imposte dovute e realizzando quindi un ulteriore danno alle casse erariali. Le ditte che ricevevano le fatture, ricompensavano il soggetto che aveva emesso la falsa fattura con una somma pari a circa il 10-12 % del valore emesso).
In tale contesto la cooperazione determinante dei consulenti del lavoro Arcangelo Battimelli e Domenico Desiderio permetteva di mantenere in piedi un sistema dall’apparente regolarità contributiva, aziende cioè che producevano ricavi (fatture false) ed avevano costi (personale fittizio). A completare la cornice del fenomeno criminale hanno contribuito in concreto i circa 600 falsi operai che condividevano al 50% con gli indagati principali (commercialisti e imprenditori/commercianti) le indennità che l’Inps erogava in
loro favore. Non poteva certamente mancare, per finalizzare la truffa, la collaborazione di un servizio pubblico, ossia di quella funzionaria di Poste Italiane addetta alla gestione dei rapporti con aziende, che procedeva alacremente all’apertura dei conti correnti intestati alle ditte e lavoratori, rilasciando però sempre e solo alla “combriccola” carnet di assegni e carte di credito (postepay) intestate “formalmente” ai lavoratori, sulle quale l’INPS regolarmente accreditava le prestazioni assistenziali/previdenziali.
Ulteriori interessi criminali scoperti
L’attività investigativa ha fatto emergere come il Carusti Ottavio spaziava in più campi dell’illegalità: in particolare si era specializzato nel riciclo di prodotti alimentari di qualsiasi genere di provenienza illecita. Dopo aver costituito apposita ditta intestata ad una persona indigente del comune di Pagani, emetteva fatture false, aiutando così le ditte di
distribuzione di generi alimentari ad attribuire caratteristiche e qualità superiori a qualsiasi tipo di prodotto. A.R., noto commerciante del napoletano, non ha esitato a rivolgersi al
factotum Carusti Ottavio per ottenere, dietro compenso, delle fatture al fine di dimostrare la provenienza lecita di una consistente partita di olio di semi di girasole alterati in olio extravergine di oliva. Il Carusti con le sue abilità ha permesso al noto commerciante di mettere sul mercato a prezzi stracciati un olio extravergine d’oliva, distruggendo così
l’intera concorrenza. Inoltre da analisi effettuate, non solo l’olio non aveva le qualità dichiarate ma si rinveniva la presenza di coloranti (clorofilla) quindi non commestibile in relazione ai parametri definiti dalla legge 27 gennaio 1968, nr. 35.
Le indagini, ancora una volta, hanno confermato il diffuso e consolidato sistema delinquenziale ai danni dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate che, attraverso la creazione ad arte di aziende “vuote” e la simulazione di rapporti lavorativi, procura ad un’ampia platea di persone (oltre 600 gli indagati) indennità di disoccupazione, malattia e maternità, nonché garantisce, mediante l’emissione di fatture fiscali per operazioni inesistenti e previo compenso, l’evasione di imposte a favore di terzi imprenditori. Il tutto a totale danno del contribuente onesto.
Articolo pubblicato il giorno 20 Settembre 2018 - 11:26