I carabinieri della Compagnia Porta Monforte stanno indagando su tre uomini che commerciavano attraverso Internet ossa umane. Si tratta di insospettabili residenti in Lombardia e Piemonte, un commercialista, un ingegnere e un tecnico informatico, tutti sotto i quarant’anni e incensurati, che non risultano essere stati in contatto tra loro. Avevano però la stessa fonte di approvvigionamento online, cioè la Repubblica Ceca. Una volta ricevuti i resti li rivendevano, sempre in Rete, in vari Paesi come la Svizzera e gli Usa. La loro sicurezza di non commettere alcun reato era tale da indurli a pubblicare tranquillamente annunci su un sito di aste online e su un social network, ma il Dpr 285 del 1990 vieta il commercio di resti umani, così come la semplice detenzione. Ora sono indagati e rischiano una sanzione amministrativa, sempre che non emerga l’ipotesi di ricettazione. Nelle loro abitazioni e pertinenze i militari hanno trovato, oltre ad altre ossa, nove teschi e due scheletri completi, che venivano quotati online rispettivamente 100 e 600 euro l’uno. Tutto il materiale umano è ora depositato presso l’Istituto di Medicina Legale e dell’Università di Milano. Le indagini sono iniziate il 28 agosto, quando i raggi x hanno svelato la presenza di un teschio all’interno di un pacco che dal deposito del corriere Ups stava per essere inviato negli Usa. Altri ritrovamenti, nello stesso luogo, risalgono al giorno successivo. Da lì i carabinieri sono risaliti agli smistatori, che risultano essere semplici appassionati di questi reperti. Estranei, ad esempio, all’ipotesi di legami con ambienti satanisti. Le ossa rinvenute appaiono nel complesso datate e in alcuni casi disseppellite. Sono in corso verifiche sulla liceità o meno di tale commercio nella Repubblica Ceca.
Articolo pubblicato il giorno 8 Settembre 2018 - 13:28