Un conto e’ il passo indietro fatto sull’attacco ai magistrati, un altro e’ rischiare di finire sotto scacco per mano dell’alleato di governo. Matteo Salvini non ci sta e dopo aver preteso una smentita del “chiarimento” tra lui e Luigi Di Maio sull’altola’ lanciato alle toghe oggi si riprende la scena. “Ho tanti difetti ma decido con la mia testa” si impunta e precisa: “non ho fatto ne’ un attacco alla Magistratura il giorno prima, ne’ una retromarcia il giorno dopo”. Oggi pero’ riprende l’offensiva. “Magistratura Democratica sposa la campagna pro-immigrazione insieme, tra gli altri, a Potere al Popolo, ONG, Cgil, Arci, Rifondazione e coop varie” dice il vicepremier leghista che si toglie il sassolino dalle scarpe e ironizza: “Poi quello accusato di ledere l’autonomia dei magistrati sono io…”. Non solo, reduce dall’avviso di garanzia per la vicenda della nave Diciotti, si scaglia anche contro l’obbligatorieta’ dell’azione penale. “E’ un’ ipocrisia. Non tutti i reati sono uguali”. E promette un intervento legislativo pur sapendo l’effetto che produrrebbe: “lo proporro’. Ma sai cosa mi diranno? Che la politica vuole mettere le mani sulla giustizia, che il governo fascista di Salvini vuole dare indicazioni ai giudici” commenta il segretario della Lega che in tema di giustizia gia’ nei giorni scorsi ha preso plastiche distanze dall’impostazione giustizialista data al ddl anticorruzione. Proprio mentre il M5s seguiva con imbarazzo le vicende legate al sequestro dei fondi alla Lega. Il confronto nel governo tra le due forze diventa cosi’ sempre piu’ una corsa per contendersi la leadership dei consensi che avviene ormai quotidianamente a suon di strappi e imposizioni sul programma. Che rischia cosi’ di mostrare una coperta sempre piu’ corta sulle materie da normare di comune accordo. Oggi il leader M5s ha imposto la sua visione sul gasdotto transadriatico. “Il M5s era ed e’ no Tap” ricorda Di Maio che per primo ammette: “Per ora non c’e’ un accordo tra M5S e Lega”. Intanto se sullo stop alle aperture domenicali dei negozi, rilanciato oggi dal leader 5 stelle, l’accordo con la Lega esiste non mancano pero’ tensioni su altre questioni in agenda. Ieri, di fronte al gotha imprenditoriali riunito a Cernobbio, il premier Conte si e’ lasciato sfuggire un “Non siamo per le nazionalizzazioni”. Il nodo che e’ stato uno dei punti fermi della campagna elettorale del M5s e’ venuto al pettine con il crollo del ponte ed accolto con freddezza dalla Lega. Oggi il capitolo Genova ha provocato nervosismi con il battibecco tra Di Maio e il ministro Toninelli con il governatore Giovanni Toti. L’opposizione ne approfitta per cercare di dividere i due alleati. “In cento giorni il bilancio di questo governo e’: fatti zero, danni tanti” attacca il segretario dem Maurizio Martina mentre Silvio Berlusconi rilancia e prospetta un futuro per il centrodestra con un ruolo centrale di Fi che possa sopperire “all’attuale precario governo giallo-verde”. In vista ci sono le europee e mentre si dibatte della partecipazione della Lega al Ppe e’ tutta in salita l’alleanza tra Di Maio e Salvini che gia’ ora siedono in due gruppi diversi. Secondo il think tank Vote Watch sulle grandi questioni europee 5 Stelle e Lega vanno d’accordo solo nel 50% dei casi. Soprattutto su ambiente e migranti, almeno al Parlamento di Strasburgo, “l’alleanza piu’ probabile e’ quella tra pentastellati e sinistra”.
Articolo pubblicato il giorno 9 Settembre 2018 - 20:19