“L’introduzione della figura dell ‘agente sotto copertura nelle indagini per corruzione e’ un grosso passo avanti nella lotta contro l’illegalita’ nella politica e nella pubblica amministrazione”. Lo dice Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia, commentando in una intervista al Fatto quotidiano, il disegno di legge anti-corruzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Roberti spiega come agira’ l’agente sotto copertura. “E’ un ufficiale di polizia giudiziaria – afferma – dotato di professionalita’ specifica, che si infiltra all’interno di una trama corruttiva per scoprirla e bloccarla. Entrato con una falsa identita’ in un ambito in cui si sta compiendo un reato, osserva, rileva, registra e riferisce al pubblico ministero cio’ che si sta commettendo. Raccoglie elementi di prova in relazione a un reato gia’ in atto, che osserva durante la sua realizzazione. Lo fa con l’autorizzazione del pubblico ministero e sotto il costante controllo del pm, che e’ e resta colui che dirige le indagini. E’ uno strumento investigativo nelle mani del magistrato – prosegue – molto efficace nella lotta contro la corruzione”. L’agente infiltrato, aggiunge Roberti, “non e’ soltanto uno strumento investigativo per scoprire e punire la corruzione, ma anche un modo molto efficace per prevenirla: e’ un deterrente formidabile, perche’ rompe la relazione di fiducia che deve sempre esserci tra il corrotto e il corruttore”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Settembre 2018 - 10:23