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Rissa tra 40 detenuti nel carcere di Firenze: ferito anche un agente

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Una rissa tra una quarantina di detenuti è scoppiata nel pomeriggio di ieri nel campo sportivo del carcere fiorentino di Sollicciano. Ad avere la peggio un agente di sorveglianza, intervenuto per placare gli animi, che ha riportato una lussazione alla spalla con una prognosi di 20 giorni. A dare notizia di quanto avvenuto nel carcere di Sollicciano è il segretario generale della Uil Pa polizia penitenziaria Angelo Urso. “Due fazioni in contrapposizione tra loro – ricostruisce Urso in una nota – da una parte magrebini e dall’altra albanesi, per cause in corso di accertamento se le sono date di santa ragione. Nella circostanza l’unico agente addetto alla loro sorveglianza, intervenuto per cercare di placare gli animi alla fine ha riportato una lussazione alla spalla e 20 giorni di prognosi. Grazie al successivo intervento dell’altro personale di polizia penitenziaria, presente nell’istituto, è stato possibile far defluire i contendenti nei loro reparti detentivi dove poi sono stati chiusi in cella senza ulteriori disordini. Oltre ai danni materiali e a ciò che è capitato all’agente si contano una serie di feriti tra i partecipanti alla rissa, quattro o cinque dei quali sono stati accompagnati in ospedale per gli accertamenti del caso”. Secondo il sindacalista “ciò che lascia interdetti è il fatto che la fruizione del campo sportivo era una situazione di emergenza per surrogare all’impossibilità da parte dei detenuti di fruire dei passeggi per deficit strutturali e che questa emergenza è stata affidata alla sorveglianza di un solo agente”. Urso chiede che “Ministero della Giustizia e Capo dipartimento amministrazione penitenziaria diano corso rapidamente all’impegno di affrontare al più presto i problemi strutturali di Firenze, dei quali hanno avuto contezza pochi giorni fa e quello delle aggressioni e degli eventi critici all’interno di carceri e di un sistema per il quale dovrebbero senza dubbio chiedere la proclamazione dello stato di emergenza e la conseguente adozione di provvedimenti e stanziamenti straordinari. Servono uomini e donne, mezzi, strumenti di lavoro e fondi per rimettere in sicurezza un sistema in grave difficoltà”.


Articolo pubblicato il giorno 7 Settembre 2018 - 11:32
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