Due patteggiamenti e otto assoluzioni. E’ quanto deciso dai giudici della III corte d’Appello nel processo di secondo grado al Mondo di mezzo. In particolare Luca Odevaine, ex componente del tavolo sull’immigrazione, ha patteggiato una pena complessiva a 5 anni e 2 mesi. Claudio Turella, ex funzionario del Comune di Roma, ha concordato una pena a 6 anni per corruzione. I giudici hanno, invece assolto Stefano Bravo, Pierino Chiaravalle, Giuseppe Ietto, Sergio Menichelli, Nadia Cerrito, Rocco Ruotolo e Salvatore Ruggiero.
I giudici del tribunale di Roma hanno rinocosciuto l’accusa di mafia, articolo 416 bis del codice di procedura penale, per i principali imputati del processo Mafia Capitale-Mondo di Mezzo e hanno condannato a 18 anni e 4 mesi il cosiddetto Ras delle cooperative, Salvatore Buzzi. Nei confronti di Massimo Carminati, già terrorista dei Nar, è stata adottata una pena di 14 anni e sei mesi.
“Abbiamo sempre detto che le sentenze vanno rispettate. Lo abbiamo fatto in primo grado e lo faremo anche adesso. La corte d’appello ha deciso che l’associazione criminale che avevamo portato in giudizio era di stampo mafioso e utilizzava il metodo mafioso. Era una questione di diritto che evidentemente i giudici hanno ritenuto fondata”.
E’ il primo commento del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, in aula assieme al pm Luca Tescaroli in applicazione ai sostituti procuratori generali Antonio Sensale e Pietro Catalani.
A luglio del 2017 i giudici di primo grado avevano escluso l’aggravante mafiosa per tutte le persone coinvolte dall’inchiesta, riconoscendo invece la corruzione e l’esistenza di due gruppi criminali. Per questo Massimo Carminati e Salvatore Buzzi erano stati condannati a 20 e 19 anni di reclusione in una sentenza che ha riguardato altre 44 persone, tra cui politici e uomini dell’amministrazione.
Una sentenza storica in cui sono state inflitte pene pesanti proprio per gli episodi di corruzione con condanne, in alcuni casi, superiori alle richieste della Procura. Il collegio giudicante della III corte d’appello DI Roma, presieduto dal magistrato Claudio Tortora, con la sentenza di questa mattina ha riconosciuto l’associazione a delinquere DI stampo mafioso, l’aggravante mafiosa o il concorsoesterno, a vario titolo, oltre che a Massimo Carminati (14 anni e 6 mesi) e Salvatore Buzzi (18anni e 9 mesi), anche per altri 16 imputati: Claudio Bolla (4 anni e 5 mesi); Riccardo Brugia (11 anni e 4 mesi); Emanuela Bugitti (3 anni e 8 mesi); Claudio Caldarelli (9 anni e 4 mesi); Matteo Calvio (10 anni e 4 mesi); Paolo DI Ninno (6 anni e 3 mesi); Agostino Gaglianone (4 anni e 10 mesi); Alessandra Garrone (6 anni e 6 mesi); Luca Gramazio (8 anni e 8 mesi); Carlo Maria Guaranì (4 anni e 10 mesi); Giovanni Lacopo (5 anni e 4 mesi); Roberto Lacopo (8 anni); Michele Nacamulli (3 anni e 11 mesi); Franco Panzironi (8 anni e 4 mesi); Carlo Pucci (7 anni e 8 mesi); Fabrizio Franco Testa (9 anni e 4 mesi).
Articolo pubblicato il giorno 11 Settembre 2018 - 16:42 / di Cronache della Campania