Don Giovanni e il Convitato di Pietra” è un’ opera teatrale di Molière, grande drammaturgo e attore francese del Milleseicento. Ma noi non vogliamo parlare del protagonista don Giovanni, che fu destinato a un successo planetario, ancora attuale, ma piuttosto del significato figurativo che la locuzione “Convitato di pietra” ha assunto poi nel linguaggio quotidiano contemporaneo.
Per Convitato di pietra si intende una presenza che incombe su una situazione, che tutti conoscono ma di cui nessuno vuole parlare perché si tratta di una persona che sta zitta e ferma in modo inquietante.
Che ci azzecca questa premessa?
Ebbene confessiamo di non trovato esempio più calzante per definire INVITALIA, che – come leggiamo dal suo Sito WEB – è una “ Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa”, di proprietà del Ministero della Economia, cioè a totale partecipazione pubblica.
Essa è presente a Pompei e opera sia negli Scavi, sia nella Città moderna.
Negli Scavi di Pompei , INVITALIA è un soggetto attuatore del Grande Progetto Pompei, con una spesa prevista di una sventola di un centinaio milioni di euro, rappresentati da fondi di derivazione europea, cioè danaro pubblico.
Più precisamente – come leggiamo sempre dal Sito WEB – la Agenzia INVITALIA agli Scavi di Pompei, oggi Parco Archeologico, ma prima Soprintendenza speciale di Pompei e prima ancora Soprintendenza Archeologica di Pompei, offre servizi per accelerare la spesa dei fondi comunitari e nazionali – cioè danaro pubblico – e svolge funzione di Centrale di Committenza e Stazione Appaltante.
A Pompei città, sempre INVITALIA opera come soggetto attuatore della Ristrutturazione del vecchio Hotel del Rosario, di proprietà del Santuario di Pompei. Essa è anche soggetto appaltante di una spesa prevista di una quindicina di milioni di euro pubblici – cioè danaro pubblico – e di una decina di milioni di euro privati. Una sventolina mica male, anche questa!
Fatta la premessa, necessaria per inquadrare il problema, dobbiamo subito rilevare che INVITALIA sembra aver goduto di uno status particolare presso la Segreteria Regionale BBCC, ex Direzione Regionale BBCC, già prima ancora Soprintendenza Regionale BBCC.
Un organismo che – sia per funzioni svolte che per denominazione ricevuta nell’ultimo decennio – presenta un cursus tormentato più o meno come quello degli Scavi di Pompei.
L’ultimo Ministro ad infierire è stato Franceschini, come si sa, ma chi lo ha preceduto non ha scherzato, come sa invece chiunque segua un po’ la Politica e si guardi intorno.
E i risultati, devastanti, sono oggi sotto gli occhi di tutti.
Ma ritorniamo ai fatti che avevamo cominciato a raccontare.
Intanto, per quanto riguarda il Grande Progetto Pompei dobbiamo rilevare che una risalente segnalazione/denuncia dell’Ass. Nazionale ONLUS L’Altritalia Ambiente, legittima portatrice di interessi collettivi – quindi pubblici, sotto molti aspetti – riguardante gli edifici in costruzione nella Pineta demaniale degli Scavi di Pompei è rimasta senza alcun esito.
Né positivo, né negativo. Nella più classica e consolidata tradizione italica!
Eppure la segnalazione di possibile abusivismo in atto si incardinava sul fatto che i lavori erano in corso in piena Zona P.I., cioè Protezione Integrale, del Piano Paesistico Vesuviano, addirittura DENTRO il perimetro dell’Area demaniale degli scavi di Pompei.
Per di più a qualche decina di metri dalle mura antiche di Pompei e ad appena una cinquantina di metri dalla antica Porta Stabiana.
In effetti nell’area si stavano edificando nuovi volumi – che si stanno ormai completando, nonostante tutto – ricavati da demolizioni di piccoli e vecchi volumi demaniali, ma totalmente fuori scala rispetto al contesto storico, paesaggistico e ambientale, nonché in spregio alla antica viabilità della murattiana Via Regia delle Calabrie, poi SS N° 18.
Tutto questo con danaro pubblico. E con tanto di Autorizzazione della dell’allora Direzione Regionale BBCC, che mai a un privato cittadino avrebbe concesso tanto. Come la mettiamo? Non si sa…
Intanto la ondata di scoperte archeologiche ha sepolto tutto, come la lava.
Nel caso del vecchio e glorioso Hotel Rosario in pieno centro città, la stessa Associazione L’Altritalia Ambiente, aveva segnalato/denunciato la alterazione planovolumetrica e prospettica dell’intero piano attico/terrazzo con la realizzazione di “nuove volumetrie”, tecniche e non, in Zona R.U.A – Recupero Urbanistico Ambientale del Piano Paesistico Vesuviano.
Ora però pare che i lavori siano fermi a causa di altri problemi tecnico-amministrativi insorti durante i lavori eseguiti nel piano seminterrato.
INVITALIA, da vero Convitato di Pietra, non ha fatto una piega.
C’era da aspettarselo, sennò di che pietra sarebbe?
A dire il vero però, nemmeno la Direzione Regionale BBCC, prima Soprintendenza e oggi Segreteria BBCC, ha dato segni di vita.
E lo stesso vale per il Comune di Pompei, il quale – sia nel primo che nel secondo caso – non ha visto o ha fatto finta di non vedere.
Evidentemente ,questi ultimi due Enti sono Convitati di Pietra …pomice.
Intanto si va avanti tutti insieme, appassionatamente.
Peccato soltanto che di mezzo ci sia il danaro pubblico. Anzi, di tutti noi.
Ma siamo in Italia. Teniamo tutti famiglia. O no?
Il sito istituzionale della Regione Basilicata, a cura di AGR, rende noto che Sviluppo Basilicata, società in house della Regione Basilicata, entra a far parte di “Invitalia Ventures Investor Network”, la SGR controllata da Invitalia (l’Agenzia per lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia).
Invitalia Ventures SGR, gestore del Fondo di Venture Capital “Italia Venture I” che ammonta a 50 milioni di euro, investirà con operatori privati nazionali e internazionali per rafforzare da subito sia la Venture Industry sia le start up innovative.
L’obiettivo – si legge in una nota di Sviluppo Basilicata – è quello di cofinanziarie, attraverso il mix di capitali privati e pubblici, le imprese innovative presenti in Basilicata e di incrementare così le risorse finanziarie a disposizione delle imprese innovative, ricorrendo a capitali di natura privata e pubblica sia interne che esterne alla Regione.
Tale accordo va, quindi, nell’ottica di collaborazione già auspicato tra le due Società, a seguito dell’incontro tenutosi a Roma ai primi di Ottobre tra l’Amministratore Delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, e l’Amministratore Unico di Sviluppo Basilicata, Giampiero Maruggi.
In quell’incontro infatti l’avv. Maruggi aveva avuto modo di incontrare anche Salvo Mizzi, Responsabile di Invitalia Ventures SGR e discutere delle possibili sinergie tra i Fondi di Investimento che, a distanza di qualche settimana, si sono concretizzate, appunto, nell’inserimento di Sviluppo Basilicata nel Network di partner qualificati.
“Il mercato dei capitali”, ha commentato l’Amministratore Unico di Sviluppo Basilicata Giampiero Maruggi, “è in crisi e la richiesta va assecondata con strumenti sempre più efficaci. Da oggi il Fondo di Venture Capital della Regione Basilicata, gestito da Sviluppo Basilicata, può contare su un link importante come il Fondo di Invitalia, capace di sviluppare attrazione di investimenti verso la nostra Regione e di potenziare la capacità di intervento”.
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Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 16 Settembre 2018 - 10:09 / di Cronache della Campania