Microplastiche in mare: la loro presenza altera l’ecosistema. La conferma arriva dall’elaborazione dei primi risultati dell’esperimento scientifico svolto nel golfo di Napoli dalla stazione zoologica Anton Dohrn, che ha installato sei grandi laboratori sommersi di oltre 15 metri di profonditร e 2 metri di diametro per il campionamento delle acque nell’area di Mergellina.
I dati, ancora parziali, sono stati anticipati in vista del Forum internazionale sui rifiuti Polieco dal titolo โPlastica: ancora un futuro?โ, che si terrร a Ischia oggi e domani, dopo la presentazione avvenuta, alla presenza del presidente Enrico Bobbio e della direttrice Claudia Salvestrini, proprio alla Stazione zoologica Anton Dohrn.
Christophe Brunet, che ha curato la ricerca internazionale, sottolinea come a Napoli sia stato effettuato uno studio non comparabile con nessun altro progetto. Obiettivo della ricerca comprendere gli effetti sulla biodiversitร e sulle componenti piรน grandi che possono finire nei nostri piatti.
Gli studi effettuati finora non hanno tenuto conto di tutta la colonna d’acqua, visto che normalmente i prelievi per il campionamento vengono effettuati in superficie โ spiega Brunet โ nรฉ hanno preso in considerazione frammenti di dimensioni inferiori a 0,3 millimetriโ.
A Napoli, invece, questi due aspetti sono stati tenuti in considerazione e il risultato del campionamento, in termini numerici, cambia in modo netto.
Se infatti le acque superficiali contengono dai 4 ai 10 frammenti ogni 1000 litri di acqua e il dato รจ comparabile con quello del Mare del Nord, dell’Oceano Pacifico e Atlantico, quelle piรน profonde presentano dai 14 ai 23 frammenti per 1000 litri di acqua.
Cosa รจ stato osservato? โLe microplastiche non restano in superficie e anche se i frammenti sono piccoli e leggeri, una parte consistente scendeโ, afferma Brunet, aggiungendo che โlo studio mette in rilievo che giร dopo un giorno, i frammenti si ritrovano da 5 a 10 metri di profonditร . Tra il 50 e 90%, si ritrovano a 10 metri dopo 6 giorniโ.
Quali gli impatti? Il piรน preoccupante รจ quello sui microorganismi marini, visto che i frammenti sono colonizzati dai batteri nel giro di poche ore e questo finisce per modificare in maniera rilevante e significativa la biodiversitร batterica presente nellโacqua e lโattivitร biologica batterica.
โLa conseguenza รจ che – spiega Brunet – il ciclo naturale delle piccole molecole presenti in acqua viene alteratoโ.
A modificarsi รจ la composizione della comunitร delle microalghe e quella dei piccolissimi animali (i microzooplancton) che si nutrono di microalghe e batteri.
Allo stesso tempo, le microalghe si โattaccanoโ sulle microplastiche modificando cosรฌ la loro distribuzione spaziale nella massa dโacqua, nonchรฉ la grandezza e la densitร (il peso) delle microplastiche.
Dalla ricerca si evince che questi aggregati, sedimentando piรน velocemente verso il fondo, diventano prede ancora piรน appetibili per erbivori, invertebrati (crostacei) o vertebrati (pesci).
Parallelamente cosa accade? Che queste microplastiche, ingerite da animali erbivori, entrano nella catena alimentare. Le microplastiche, secondo lo studio, incidono sia sulla parte microscopica dell’ecosistema, modificandone l’equilibrio, sia sulla parte macroscopica, quando vengono ingerite.
โIl connubio fra queste due conseguenze โ conclude Brunet โ puรฒ essere drammaticoโ.
La Stazione Dohrn, che sta svolgendo queste ricerche in collaborazione con 10 istituti di ricerca marina italiani ed europei e il coinvolgimento della Laurea Mare della Federico II e del Liceo Silvestri di Portici, sarร presente al Forum Polieco con il presidente Roberto Danovaro.
Alla sessione sulle plastiche disperse in mare, oltre a Danovaro, parteciperanno oggi Cristina Fossi, professore ordinario di Ecologia ed ecotossicologia dell’ Universitร di Siena; Enriko Ceko, docente della Tirana Business University ed Executive director del Centro Albanese per il riciclo dei rifiuti; Silvestro Greco, direttore della sede romana della Stazione zoologica โAnton Dohrnโ; Simon Bernard, ideatore della spedizione โPlastic odisseyโ; Li Gungming vicedirettore dell’ Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Universitร Tongji di Shanghai; Elena Stramentinoli, giornalista โPresa Direttaโ.
Articolo pubblicato il giorno 21 Settembre 2018 - 15:10