“Vincenzo avrà pace solo quando tutti i componenti della banda abbiano la stessa pena nessuno può togliere la vita ad un altro essere umano paragonandolo a Dio”. Lo scrive Francesco Ruggiero, papà di Vincenzo il giovane commesso napoletano ucciso e fatto a pezzi lo scorso anno prima ad Aversa e poi in un garage di Ponticelli. Ieri è stato condannato all’ergastolo il suo assassino, Ciro Guarente. Il papà di Ruggiero nel post pubblicato stamane nel gruppo facebook “Verità e giustizia per Vincenzo Ruggiero” ripercorre le fasi dell’inchiesta e di quello che è successo ieri in aula, giorno della sentenza.”Guarente si aspettava tutt’altra pena. Si è visto perso, voleva essere punito con una pena meno inflittiva. Infatti in aula ha letto una lettera che successivamente è stata assunta come prova dove chiedeva perdono e clemenza. Ma lui per Vincenzo a avuto clemenza?”. Si è chiesto il padre dello sfortunato ragazzo ucciso e fatto a pezzi dal “Grinder Boy” di Ponticelli, Ciro Guarente per motivi di gelosia nei confronti della sua fidanzata, la trans Heven Grimaldi. La mamma di Vincenzo, Maria Esposito, che si è battuta fin dall’inizio della storia, per arrivare alla verità, ieri parlando con i giornalisti a caldo subito dopo la lettura della sentenza aveva detto: “Giustizia è fatta. Finalmente mio figlio ha avuto giustizia. ma certamente non posso perdonare Ciro e nemmeno Heven che è la causa che ha scatenato tutto ciò”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Luca Cerchia, difensore della famiglia di Ruggiero che ha insistito sulla ricerca della verità fino in fondo e del nome dei complici: “Vogliamo sentire i nomi dei complici, di coloro che hanno aiutato Guarente dopo l’omicidio, quando il corpo di Vincenzo è stato oltraggiato e deturpato in ogni modo, solo allora capiremo che il pentimento è veramente in atto e potremmo prendere in considerazione l’idea di cominciare a perdonare”. Domani intanto ci sarà la seconda udienza, presso la seconda sezione della corte d’Assise del processo che vede come imputato il pregiudicato di Ponticelli, Francescio De Turris, colui che aveva fornito la pistola a Guarente con la quale è stato ucciso Vincenzo Ruggiero nella casa di Aversa.Si darà l’incarico ai tecnici che dovranno trascrivere le intercettazioni. In quella sede si potrà capire anche quando verrà ascoltato nuovamente Ciro Guarente, che è stato chiamato come teste proprio da De Turris. Sia gli avvocati della vittima che la procura chiederanno che l’omicida sia tra i primi a parlare dinanzi al giudice.
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