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Omicidio Landieri, fine pena mai per il boss Cesare Pagano e due killer

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Fine pena mai: è questa le pesante richiesta avanzata dalla Dda di Napoli al processo per l’omicidio della vittima innocente (una delle tante) della prima faida Scampia: il giovane disabile Antonio Landieri ucciso il 6 novembre del 2004 ai Sette Palazzi di Scampia. Il massimo della pena è stato chiesto per il boss Cesare Pagano (uno dei mandanti) e per due dei killer che fecero fuoco all’impazzata contro un gruppo di giovani ovvero Davide Francescone e Giovanni Esposito o’ muorto. Sedici anni di carcere sono stati invece chiesto per l’altro killer ora pentito e grazie alle cui dichiarazioni si è riaperto il caso: ovvero Gennarro Notturno o’ sarracino. Si tratta di un’inchiesta cimplessa e che ha avuto due stop dai magistrati e poi ripartita grazie al pentimento di Gennaro Notturno. In un primo momento erano stati arrestati Cesare Pagano (indicato come il mandante), Gennaro Notturno ‘o saraccino (il killer che rimase ferito dal fuoco amico), Giovanni Esposito (altro killer), Davide Francescone e Pietro Caiazza ‘o frauelese, armiere del clan e padre dei tre pentiti Michele, Antonio e Paolo. Il gip respinse la richiesta di arresto formulata dalla Dda nei confronti di altre sei persone, ovvero Giovanni Piana, Pasquale Riccio, il boss Raffaele Amato ‘ a vicchiarella, Arcangelo Abete, Gennaro Marino ‘o mekkei ed Enzo Notturno. L’agguato era stato deciso per punire i fratelli Meola, fedelissimi dei Di Lauro che gestivano una piazza di spaccio ai Sette Palazzi.

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(nella foto grande la giovane vittima innocente Antonio Landieri e nei riquadri da sinistra in alto Cesare Pagano,Gennaro Notturno, Pietro Caiazza, Davide Francescone e Giovanni Esposito )


Articolo pubblicato il giorno 22 Settembre 2018 - 00:53

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