Hanno trascorso la notte in strada alcuni degli inquilini che sono stati sgomberati da vico don Minzoni nel quartiere Pignasecca, nel centro di Napoli, dove ieri alle 11,30 Antonio Cavalieri, 32 anni, ha fatto esplodere un ordigno che lui stesso aveva costruito con un bomboletta di gas da campeggio e dell’alcool, uccidendo la mamma Rita Recchione, 55 anni, e ferendo la sorella Francesca di 36 anni. I due sono in gravi condizioni ma stabili. Lui e’ indagato per l’esplosione, per la morte della madre e per il tentato omicidio della sorella ma non ha provvedimenti a suo carico anche per le sue condizioni di salute. L’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli e’ condotta dai pm Stefania Di Dona e Michele Caroppoli. Intanto il Comune di Napoli ha sistemato gli sgomberati, 29 persone, nella struttura Urban, nei pressi dei Quartieri Spagnoli. Resteranno li’ fino a quando non saranno eseguiti tutti i rilievi del caso per valutare la staticita’ dell’edificio. Il 32enne ha agito perche’ non voleva che fosse eseguito lo sfratto gia’ rimandato al prossimo ottobre.
“Oggi l’amministrazione comunale ha trovato un’accoglienza transitoria (mettendo a disposizione due palestre e relativi servizi igienici) alle nove famiglie di vico Don Minzoni rimaste in strada dopo la tragedia della famiglia Recchioni”. Lo fa sapere il movimento per il dirotto all’abitare “Magnammece O Pesone”, aggiungendo che sono state avviate le procedure previste alla messa in sicurezza per consentire il rientro a casa. “Misure che traducono un impegno reale ma possono reggere solo qualche giorno e di nuovo mettono a nudo la carenza di strutture per l’emergenza abitativa”, si legge in una nota.
Articolo pubblicato il giorno 18 Settembre 2018 - 18:39