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Napoli: è in fin di vita ed è indagato per omicidio il figlio della donna morta nello scoppio ai Quartieri

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Lo sfratto sarebbe stato eseguito, anche se era stato rinviato al 12 ottobre prossimo. Ma questo il figlio non l’accettava e allora ha deciso di far esplodere la casa dove abitava con la madre e la sorella. Alle 10,30, in vico Don Minzoni, nel cuore della Pignasecca a Napoli, l’ufficiale giudiziario incaricato dal Tribunale di notificare un atto di fratto esecutivo alla famiglia al terzo avrebbe dovuto lasciare la casa. Un’ora dopo un boato ha devastato l’appartamento, ucciso una donna e ferito un uomo di 32 e una donna di 34 anni. Una tragedia che questa mattina alle 11,30 ha scosso la Pignasecca, zona popolare del capoluogo campano a ridosso della city. Il boato ha distrutto una parte della casa e ha lasciato a terra, senza vita, Rita Recchione, 65 anni, che nella vita si arrangiava come badante ma che aveva perso il “lavoro”. E’ rimasto ferito in modo grave suo figlio, che nel quartiere si vedeva poco, era molto introverso e non lavorava, e sua figlia, 34 anni, con problemi fisici e psichici. Entrambi sono ricoverati al vicino ospedale Pellegrini, da dove e’ partita un’ambulanza allertata dai vicini che avevano capito cosa fosse accaduto pochi istanti dopo il boato. Questo perche’ il ragazzo aveva piu’ volte minacciato di far saltare in aria l’appartamento di 50 metri quadrati che non aveva alcuna intenzione di lasciare. E cosi’ ha creato un ordigno artigianale e gli ha dato fuoco mezz’ora dopo che l’ufficiale giudiziario aveva lasciato la sua casa. L’esplosione ha preso in pieno la donna che e’ morta sul corpo investita dal controsoffitti, mentre i due fratelli, in gravi condizioni, sono stati trasportati a mano su una lettiga fino al nosocomio perche’ il vicolo era troppo stretto per far arrivare un’ambulanza. I vicini parlano di tragedia annunciata anche se della famiglia Recchione nessuno sapeva nulla. Non erano segnalati ai servizi sociali, ne’ frequentavano le mense della Caritas. Nemmeno chi viveva nella loro palazzina sapeva molto; erano un nucleo familiare chiuso. Accumulavano oggetti da tempo, tanto che all’interno dell’abitazione sono stati trovati rifiuti, suppellettili e vestiti scartati. I vigili del fuoco, dopo i rilievi statici sull’edificio hanno deciso di evacuarlo, e almeno fino a questa notte nessuno dei 28 inquilini potra’ ritornare a casa. Momenti di tensioni si sono poi vissuti quando il proprietario dello stabile composto da nove piccoli appartamenti e’ arrivato sul posto chiamato dalle forze dell’ordine; c’e’ stato chi ha provato ad aggredirlo, ma la polizia sul posto ha evitato il peggio. Ferito lievemente da calcinacci un ragazzino di 14 anni che transitava in zona su uno scooter appena un momento dopo lo scoppio.  La Scientifica e’ rimasta nell’appartamento devastato per oltre un’ora, cercando tracce di un ordigno artigianale che iil 32enne avrebbe fatto esplodere al terzo piano della sua casa. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile di Napoli che si e’ servita prima rilievi fatti dall’Upg, dalla Polizia Municipale e dagli agenti del commissariato Montecalvario che hanno interrogato per tutta la giornata i vicini di quella famiglia devastata. Oltre al figlio, presunto ‘attentatore’ ferito, in ospedale in rianimazione anche la sorella di 34 anni. I pm Stefania Di Dona e Michele Carroppoli hanno aperto un fascicolo per omicidio e crollo, ma per ora non hanno chiesto l’arresto dell’uomo perche’ e’ in fin di vita e perche’ non sussistono i pericoli di reiterazione del reato.


Articolo pubblicato il giorno 17 Settembre 2018 - 19:33

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