ÂÂCome una trottola impazzita, De Luca smonta e rimonta reparti e ospedali, spostando medici, personale e specialitàsenza alcuna visione né finalitàdi migliorare la qualitàdellâÂÂassistenza, ma solo per rispondere un suo tornaconto o per mettere in campo la misura per lui meno impopolare in un determinato momento storico. Solo così si spiegano i continui dietrofront che lo sconfessano puntualmente. Nel piano ospedaliero del febbraio 2018, De Luca aveva previsto di eliminare il pronto soccorso dallâÂÂospedale SantâÂÂAlfonso di SantâÂÂAgata dei Goti, escludendolo dalla rete delle emergenze. Chiusura che sarebbe dovuta avvenire il 15 settembre, ma che sarebbe stata revocata alla luce delle proteste di questi giorni che hanno visto scendere in campo numerosi cittadini, comitati ed esponenti politici. Eppure oggi De Luca smentisce il suo stesso piano e annuncia denunce per procurato allarme a chi si è semplicemente limitato a richiamare gli atti. Atti di un piano ospedaliero (il Dca 8/2018) che prevede di trasformare il Pronto soccorso in semplice Punto di primo intervento, a seguito dellâÂÂistituzione di unâÂÂunica azienda ospedaliera con il Rummo, lâÂÂazienda San Pio, con il risultato di depotenziare entrambi i presidiâÂÂ. Così la consigliera regionale del movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
âÂÂLa mancata chiusura del pronto soccorso a SantâÂÂAgata dei Goti non è purtroppo un atto definitivo e rischia di essere una presa in giro per i cittadini. Resta in piedi, infatti, il piano scellerato che ne prevede la chiusura, nellâÂÂambito di un più articolato progetto di accorpamento con lâÂÂospedale Rummo, dal quale è in atto unâÂÂopera di deportazione di eccellenze che vi lavorano da anni e che rischia di essere declassato da Dea di II Livello. Piano che comporteràlâÂÂesclusione del SantâÂÂAlfonso dalla rete delle emergenze, mentre la neurochirurgia e lâoncologia del Rummo saranno spacchettati tra i due presidi ospedalieri distanti tra loro ben 55 chilometri, con le condizioni di viabilitàche offre la Valle Telesina. LâÂÂultimo paradosso è costituito dalla rottura dellâÂÂangiografo del Rummo, che non saràpiù riparabile in quanto troppo vecchio. Dunque, nei casi di infarto, un cittadino della Valle Telesina saràcostretto a raggiungere addirittura Avellino, come è giàaccaduto a un calciatore colto di infarto allo stadio di Benevento, trasportato al Moscati nonostante il presidio beneventano fosse distante appena due chilometriâÂÂ.
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