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Le mani dei clan sul mercato di Fondi: scacco alla cosca dei D’Alterio

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Operazione dei Carabinieri nel contrasto alle infiltrazioni mafiose nel mercato ortofrutticolo di Fondi in provincia di Latina (M.o.F): 8 misure cautelari sono state eseguite dai militari. Il Mercato e’ un importantissimo snodo commerciale della provincia pontina per il ruolo distributivo a livello nazionale. I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione tra Fondi, Terracina (LT) e Mondragone (CE) a 6 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, impiego di denaro di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Sono state sequestrate quote e il patrimonio aziendale di una societa’ di trasporto, “La Suprema S.r.l.”. Il militari sono alla ricerca di altre due persone. I provvedimenti sono scaturiti dall’indagine “Aleppo”, avviata sulla base di accertamenti compiuti dalla Tenenza Carabinieri di Fondi e proseguita, sotto la direzione della citata D.D.A. dal Nucleo Investigativo, che ha consentito di accertare il controllo esercitato dalla famiglia D’Alterio sull’indotto del M.O.F., ottenuto anche grazie a collegamenti con i clan camorristici casertani. In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che il gruppo familiare capeggiato da Giuseppe D’Alterio alias “Peppe o’ Marocchino”: ha esercitato un potere intimidatorio di tipo mafioso per monopolizzare i trasporti da e per il M.O.F., imponendo anche una propria “tassa” ai movimenti effettuati dalle altre ditte; ha assunto il controllo della citata “La Suprema S.r.l.”, fittiziamente amministrata da prestanome ma di fatto gestita dai figli del D’Alterio, per acquisirne i profitti eludendo le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali; ha minacciato un imprenditore della provincia di Viterbo per tornare in possesso di beni l’uomo aveva acquistato a un’asta pubblica, dopo che erano stati sottratti agli stessi D’Alterio in esecuzione di una misura di prevenzione. Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati 50 Carabinieri del Comando Provinciale, supportati da quelli della provincia di Caserta e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare. In carcere sono quindi finiti: Giuseppe D’Alterio(alias “Peppe o marocchino”), 62enne originario di Minturno (LT) e residente a Fondi; Luigi D’Alterio, 38 enne originario di Formia e residente a Fondi;Armando D’Alterio, 35 enne originario di Formia e residente a Fondi;Sottoposti agli arresti domiciliari: Melissa D’Alterio, 36enne enne originaria di Formia e residente a Fondi;Anna D’Avia, 46 enne di Fondi; Matteo Simoneschi, 31 enne originario di Fondi e residente a Terracina (LT).


Articolo pubblicato il giorno 13 Settembre 2018 - 11:05

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