Il riordino del sistema di reclutamento degli insegnanti delle scuole secondarie (medie e superiori) finisce sul tavolo della Consulta. Lo ha deciso la sesta sezione del Consiglio di Stato. I commi in questione – si legge in una nota – dispongono, in via transitoria e in deroga al principio per il quale al concorso per l’insegnamento possono accedere tutti i laureati che hanno conseguito un certo numero di crediti qualificanti, un concorso straordinario riservato ai soli “abilitati” (cioe’ a chi e’ in possesso, oltre che della laurea, anche del titolo necessario nel sistema previgente). “Il Consiglio di Stato nell’ordinanza osserva che nel periodo dal ’90 al 2017, ovvero quando l’abilitazione era requisito per partecipare ai concorsi, averla conseguita o meno e’ dipeso da un complesso di circostanze casuali, non dipendenti dalla diligenza o dal merito dell’interessato, cosicche’, il mantenere la riserva agli abilitati costituirebbe un’irragionevole disparita’ di trattamento rispetto ai laureati. In via subordinata, il Consiglio di Stato ha sollevato un’ulteriore questione di legittimita’ costituzionale delle stesse norme, nella parte in cui, anche ammessa la validita’ della riserva, non ricomprendono tra i titoli abilitativi anche i dottorati di ricerca. Nel rimettere la questione alla Corte costituzionale, la Sesta Sezione non ha sospeso la procedura concorsuale, che interessa migliaia di candidati, ma ha ammesso con riserva i candidati appartenenti alle categorie escluse. Si precisa che questa ordinanza e’ relativa al solo insegnamento nella scuola secondaria ed e’ del tutto estranea alla nota problematica dei “diplomati magistrali”, che riguarda, invece, la sola scuola primaria”.
Articolo pubblicato il giorno 3 Settembre 2018 - 09:46