Una Napoli che non esiste probabilmente piu’, una citta’ in cui si sviluppa la criminalita’ organizzata, perde la guapponeria, si mescola alla mafia, tenta un grande salto con il boss Raffaele Cutolo ma non siamo ancora in Gomorra con la sua fascinazione del male. E’ Camorra, il film documentario di Francesco Patierno oggi nella selezione Ufficiale della Mostra del cinema di Venezia con la voce narrante e le musiche di Meg dei 99 Posse. In fila al Lido per vedere l’opera realizzata con il solo archivio Rai Teche, prodotto da Todos Contentos Y Yo Tambien Napoli con Rai Cinema. Si vedra’ su Rai3 in seconda serata il 4 settembre. “Napoli e’ anarchica ma non rivoluzionaria, non e’ una citta’ ribelle, si adatta alle condizioni di vita” dice Patierno che prosegue la lettura della sua citta’, storica e sociale insieme, che aveva cominciato in Naples ’44 sull’occupazione alleata. In Camorra “racconto la Napoli tra il 1960 e il 1990 e lo sviluppo della criminalita’ organizzata senza esaltazioni, fascinazioni di sorta, ne’ ideologie, ne’ moralismi semmai con uno sguardo pietoso tutto documentato dalle immagini delle Teche Rai e dalle interviste sul campo dei giornalisti Rai, usate come strumento emotivo il piu’ onesto possibile. Una camorra prima di Gomorra”. L’anno di svolta fu il 1960, racconta Patierno che lo ha scritto con il saggista e sociologo tra i massimi esperti del fenomeno Isaia Sales, “quando boss mafiosi vennero mandati nelle carceri campane. Li’ la camorra, fino ad allora malavita di campagna, di territorio, senza struttura, senza cupole viene contaminata e assorbe i codici mafiosi, lascia la ‘guapponeria’ al teatro e fa il salto di qualita’ con contrabbando di sigarette e di droga”. I ragazzini della Paranza (gia’ si chiamava cosi’ negli anni ’60 e ’70) cominciano da piccoli ad arrangiarsi con rapine, spacci ad adattarsi ad una vita che sembra definita, mamme con dozzine di figli, bocche da sfamare, condizioni igieniche fuori controllo. Altri due i fatti di cronaca che segnano svolte: l’avvento di Cutolo che si oppone alla mafia con la Nuova Camorra Organizzata che dava ‘dignita” ai piccoli camorristi (con brani della storica intervista di Marrazzo dietro le sbarre con quella lucida pazzia da leader) e soprattutto il sequestro dell’assessore Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse con una trattativa che vede coinvolti servizi segreti, istituzioni e camorra. Oltre alla devastazione del terremoto del 1980. “Non ci sono sparatorie, e’ un film duro ma senza sangue, solo mostra come si e’ vissuto, quali contrasti sociali, quale unicita’ ha sempre avuto questa citta'”, conclude Patierno.
Articolo pubblicato il giorno 2 Settembre 2018 - 23:35