Nello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco un’ora di assemblea retribuita, indetta dalla Fiom, per discutere e votare l’ipotesi di piattaforma contrattuale elaborata dall’organizzazione dei metalmeccanici Cgil e per valutare anche le iniziative da intraprendere “per affrontare la problematica industriale ed occupazionale che da anni attanaglia lo stabilimento G.B. Vico”. L’appuntamento è per domani, 11 settembre. Al termine dell’assemblea, Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom-Cgil e Walter Schiavella segretario generale della Cgil di Napoli incontreranno i giornalisti presso la sede della Cgil di Pomigliano, in corso Vittorio Emanuele 50. “A fine anno – precisa una nota diffusa dalla Fiom di Napoli – scade il contratto specifico di lavoro che doveva garantire piena occupazione e salari tedeschi. In questi anni abbiamo avuto modo di scoprire meglio il contratto applicato da Fca e abbiamo potuto riscontrare gli effetti che ha sulle condizioni di vita ed economiche dei lavoratori”. “Non è più accettabile – secondo la Fiom – un contratto che, in questi anni, ha ridotto sia i salari che i diritti, togliendo inoltre alle Rsa la possibilità di contrattare migliori condizioni in fabbrica”.
In merito al futuro del Vico della città industriale alle porte di Napoli, la Fiom aggiunge: “La cassa integrazione per ristrutturazione, che doveva dare l’avvio agli investimenti sull’impianti e sui fabbricati al fine della loro predisposizione per le future produzioni, – aggiunge la Fiom – è invece utilizzata per gestire le difficoltà del mercato. Senza la certezza di nuovi modelli, che continua ad essere rinviata, il tempo sufficiente per la realizzazione delle nuove produzioni potrebbe superare il periodo di cassa integrazione che terminerà a settembre 2019, creando di conseguenza seri problemi al mantenimento della piena occupazione. E’ evidente che la situazione industriale per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco e il sito logistico di Nola, continua a rappresentare un’incognita negli asset del gruppo Fca”. “Il governo – conclude la Fiom – deve battere un colpo prima dell’incontro di verifica previsto al ministero del Lavoro entro il mese di ottobre. E’ indispensabile che la proprietà faccia chiarezza sul futuro industriale, investa sui modelli e favorisca la transizione dai motori tradizionali alle nuove motorizzazioni ibride ed elettriche”.
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