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Esplosione alla Pignasecca: la Procura ipotizza il reato di strage

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Napoli. Per l’esplosione che ieri mattina ha distrutto un appartamento alla Pignasecca, nel cuore di Napoli, ucciso una donna e ferito due persone, la procura ritiene che possa configurarsi l’ipotesi di strage. I pm Stefania Di Dona e Michele Caroppoli, coordinati dal procuratore capo Giovanni Melillo, hanno raccolto elementi per ipotizzare che quell’edificio di vico don Minzoni potesse crollare per intero; Antonio Cavalieri, il 32enne figlio di Rita Recchione, la donna uccisa dalla scoppio, secondo una ipotesi di indagine, avrebbe avuto intenzione di far saltare in aria tutto il palazzo. Uno degli inquilini al piano terra, a quanto apprende l’Agi, quando ha saputo che stava per arrivare l’ufficiale giudiziario a notificare l’atto di sfratto, avrebbe chiuso il contatore che distribuisce il gas a tutta la palazzina. Gia’ a ridosso dell’esplosione, molti dei residenti della zona hanno dichiarato ai cronisti che sapevano che l’uomo aveva avrebbe tentato un gesto eclatante. Le condizioni del 32enne sono migliorate e, anche se in prognosi riservata, non e’ piu’ in pericolo di vita. Questo potrebbe spingere gli inquirenti a notificargli un avviso di garanzia o anche una misura cautelare. La sorella Francesca sta bene, ha chiesto della madre, ma non le e’ stato spiegato nulla per ora. Soffre di una grave disabilita’ fisica che la rende non autonoma. Il proprietario dell’edificio, che ha chiesto lo sfratto alla famiglia Recchione, “morosa da molti anni”, si dice amareggiato ma non sente su di se il peso della responsabilita’. “Non e’ colpa mia, ho fatto valere un mio diritto. Ho inviato i tecnici sul posto per cercare di fargli fare un sopralluogo e cercare di far rientrare il prima possibile tutti gli inquilini”, spiega.


Articolo pubblicato il giorno 18 Settembre 2018 - 23:18

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