E’ morto nella sua casa di Posillipo, a Napoli, Ciro Mazzarella, il boss 78enne della zona di Santa Lucia, rione a pochi passi dal Castel dell’Ovo e dal lungomare. I funerali si sono svolti nella chiesa del suo quartiere d’origine e centinaia di persone gli hanno reso omaggio. I manifesti funebri sono stati affissi in tutto il quartiere dalle prime luci del mattino e la voce della sua morte si e’ sparsa in poche ore in tutta la zona. Mazzarella, soprannominato ‘lo scellone’ per le sue scapole molto pronunciate, e’ stato fin dagli anni Ottanta a capo della zona di Santa Lucia, dove controllava il contrabbando delle sigarette che arrivavano dall’Albania grazie a motoscafi velocissimi e ‘invisibili’. Aveva un attico in un palazzo storico proprio di fronte alla sede della Regione Campania. Nei primi anni della sua carriera criminale era legato in affari con suo zio Michele Zaza, affiliato alla mafia di Toto’ Riina. Ma gia’ negli anni Novanta Mazzarella era riuscito a rendersi autonomo e ad accumulare capitali e ricchezze, fino all’arresto avvenuto nel 2002 in Spagna per un definitivo da scontare. Fu scarcerato poco dopo e nel 2009 riarrestato a Santo Domingo, sempre per reati associativi legati al traffico di tabacchi lavorati esteri. Ciro Mazzarella e’ il fratello di Vincenzo detto ”o pazzo’ e di Gennaro detto ”o schizzo’. Il primo e’ il boss a capo del quartiere di Forcella, mentre il secondo ha il suo bunker a San Giovanni a Teduccio e nella zona del Mercato. Entrambi sono in carcere e reclusi al regime del carcere duro. Ciro, invece, si definiva una “scugnizzo, un malandrino e non un camorrista”, perche’ non riteneva “che il contrabbando di sigarette fosse un reato ma invece una attivita’ che faceva vivere centinaia di famiglie a Napoli”. Ma la Dda ha sempre indagato sui suoi affari, che gli facevano guadagnare fino a dieci milioni di lire a settimana.
Articolo pubblicato il giorno 3 Settembre 2018 - 21:29