“Sono stato io, ho ucciso quei due ragazzi e se potessi tornare indietro nel tempo darei anche la mia vita per non fare cio’ che ho fatto. Ho sbagliato e chiedo perdono. Voglio pagare la mia pena ma non per tutto il resto della mia vita”. Sono state queste le dichiarazioni a sorpresa di Nicola Zucaro, 33 anni, di Casalnuovo, accusato di aver ucciso il 15 febbraio del 2016, con 13 colpi di pistola Francesco Tafuro e Domenico Liguori, gestori di un centro scommesse a Somma Vesuviana in provincia di Napoli, giustiziati come camorristi, in via Olivella a Saviano, per un debito di gioco contratto da un boss della zona che non voleva pagare. E’ sotto processo infatti il ras Eugenio D’Atri, colui il quale aveva scommesso 24mila euro e non aveva intenzione di pagare. La svolta nelle indagini e’ arrivata con il racconto di uno del gruppo, Domenico Altieri, poi pentitosi. In primo grado Zucaro è stato condannato all’ergastolo nel processo che si è celebrato con il rito abbreviato invece é stato condannato a 12 anni di carcere Domenico Altieri, alias “Mimm ’o gemell”, colui che aiutò il killer Zucaro a compiere la missione di morte ordinata dal ras Eugenio d’Atri, 33 anni di Somma Vesuviana, ritenuto vicino al clan Cuccaro. Altieri che era l’uomo di fiducia del ras D’Atri ha ottenuto lo sconto di pena in quanto nel frattempo è diventato pentito e grazie al suo racconto è stato ricostruito il duplice omicidio nei dettagli.
I due ragazzi che gestivano un centro scommesse a Somma Vesuviana, avrebbero avuto la sfortuna di incontrare sulla loro strada il pregiudicato di Ponticelli. Eugenio D’Atri, abitava infatti proprio nel parco adiacente al centro scommesse nel quale si recava per effettuare grosse scommesse, spesso a credito, facendo leva sulla sua personalità criminale. L’uomo avrebbe così contratto con l’agenzia gestita dai due ragazzi un debito di gioco di circa 25mila euro. Le due vittime avrebbero inoltre pagato con la vita il fatto di aver preteso da D’Atri la restituzione di quel denaro, giusto per rendere chiaro il concetto di come stavano le cose. Francesco e Domenico, quella sera, si erano accorti che qualcosa non andava ed avevano telefonato ad un amico imprenditore per avvertirlo della presenza di un’ auto sospetta che li seguiva.Furono raggiunto in via Olivella, la strada di campagna di Saviano dove furono raggiunti dai killer e massaccrati.
In un video i carabinieri di Castello di Cisterna hanno ricostruito il duplice omicidio di Francesco Tafuro e Domenico Liguori, titolari di un centro scommesse di Somma Vesuviana uccisi il 10 febbraio scorso in una stradina di campagna di Saviano. Nel video preparato dai carabinieri c’è la ricostruzione dei fatti da parte dei carabinieri. Si vede Altieri che con uno scooter va a Somma Vesuviana presso l’agenzia Intralot delle due vittime, parla con Tafuro e fissa l’appuntamento con D’Atri e Zucaro. Attraverso immagini reperite dai Carabinieri della Compagnia di Nola durante le indagini, la chiara ricostruzione della scena particolare del crimine fino all’epicentro -il luogo del crimine- e poi il bagliore degli spari. Lungo il tragitto Altieri in sella dello scooter fa da battistrada all’auto delle vittime. Al passaggio da un incrocio, si nota l’auto dei due presunti killer, D’Atri e Zucaro, accodarsi. In una stradina buia di campagna arrivano le due auto e lo scooter. Grazie alla telecamera di un sistema di videosorveglianza posizionata nei paraggi, appena le auto spengono i fari, si vede chiaramente il bagliore degli spari.
Articolo pubblicato il giorno 13 Settembre 2018 - 03:24