Napoli. Le scritte sui muri del rione Sanità sono inequivocabili: “Pandolfi pentito infame”. Il neo collaboratore di giustizia è uno dei soldati più fedeli del clan Vastarella: Daniele Pandolfi, 25 anni scampato due volte alla morte. In carcere da sei mesi ha deciso di passare dalla parte dello stato: Era stato arrestato insieme con i vertici del clan Vastarella del 3 marzo scorso nel corso di un blitz che portò in carcere 18 persone tra cui tutto il vertice della cosca compreso il boss Patrizio Vastarella, la moglie, il figlio e il nipote. Daniele Pandolfi era tornato in libertà nel genanio scorso dopo una anno di arresti domiciliari e qualche giorno della sua libertà era stato accolto da una stesa sotto la sua abitazione. Ora la notizia del suo pentimento, anticipata dal quaotidiano Il Roma. Daniele Pandolfi, in passato aveva già subito due agguati. Nel 2013, quand’era ancora appena 17enne, rimase ferito tra i vicoli del rione Sanità insieme a Ciro Orlando. Allora infuriava la guerra tra i Della Corte e i “mianesi”, referenti in zona dei Lo Russo ( e ai quali Pandolfi era legato), e l’attacco fu addebitato ai primi, tanto che per la sparatoria furono arrestati due anni dopo i presunti responsabili. Ma almeno dal 2014 Daniele è passato con i Vastarella e negli ultimi mesi era amico inseparabile di Antonio Bottone, ucciso mentre i due erano insieme in un pub in viale dei Pini ai Colli Aminei il 6 ottobre 2016. Pandolfi nel marzo scorso fu beccato dai falchi della squadra mobile in un cortile in via del Serbatoio e via Fontanelle mentre teneva un summit contro altri sei giovani pregiudicati tra cui Fabio Vastarella, nipote del boss che fu arrestato insieme con il pregiudicato Antonio Stella perché trovati in possesso di un revolevr 357 Magnum Phyton.
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