Napoli. “Quando accadono fatti del genere non ci dobbiamo chiedere dove sono le forze dell’ordine ma piuttosto: dove sono i cittadini?”. Alza di nuovo la voce contro la camorra don Luigi Merola che per anni e’ stato parroco in prima linea a Forcella, dove la scorsa notte c’e’ stata una stesa di camorra con una donna di 52 anni ferita da un proiettile vagante, e non riesce a darsi pace. “Ho saputo del fatto nella notte – aggiunge in preda allo sconforto – e mi sono posto mille interrogativi, mille perche’, mi sono chiesto cosa si poteva fare e non si e’ fatto. Dall’omicidio di Annalisa Durante, vittima innocente della criminalita’, sono passati 14 anni. Ed ogni volta che accadono fatti del genere io dico che Napoli non merita altre vittime innocenti”. Don Merola dice che anche “i cittadini devono fare la loro parte, in concreto, anche se capisco il senso diffuso di delusione. Dopo la tragica morte di Annalisa furono annunciati numerosi progetti per il quartiere di Forcella, appena diecimila abitanti. Ma quanti di questi progetti sono andati in porto?”. Per il sacerdote, animatore della fondazione “A’ voce d’e creature”, per battere la camorra “solo il contrasto delle forze dell’ordine non basta. La societa’ civile deve agire. Non serve solo indignarsi nel momento in cui accadono fatti del genere e poi passata l’emozione torna tutto come prima. Dobbiamo agire nel quotidiano. Insomma vorrei vedere piu’ fatti, piu’ esempi e meno parole”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Settembre 2018 - 10:52