Un black out imprevedibile capace di rimuovere la volontà e i pensieri di un padre convinto di aver lasciato la figlia all’asilo nido quando, invece, era rimasta sul sedile posteriore dell’auto. Una rimozione totale e prolungata nel tempo con un effetto tragico: la morte della piccola Giorgia Carli, trovata senza vita nel primo pomeriggio del 18 maggio scorso nella macchina del papà nel parcheggio della Continental a San Piero a Grado (Pisa). La bimba non aveva ancora compiuto un anno. A distanza di quattro mesi dalla tragedia, secondo quanto scrive oggi “Il Tirreno”, la consulenza disposta dalla Procura di Pisa sul padre di Giorgia, l’ingegner Daniele Carli, 44 anni, sposta il baricentro dell’inchiesta sull’eventuale causa di non punibilità per il genitore indagato con l’accusa di omicidio colposo. Lo psichiatra Alessandro Meluzzi, ex parlamentare di Forza Italia, criminologo, opinionista tv, nella sua relazione attribuirebbe a Carli quella condizione che già in passato è stata riconosciuta a chi ha vissuto tragedie identiche.
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