Divieto di dimora in Campania per il titolare di una ditta di gestione e trasporto rifiuti. Le indagini, coordinate dall’ufficio giudiziario di cui e’ a capo Aldo Policastro e affidate alla Guardia di finanza, hanno ipotizzato nei suoi confronti i reati di inquinamento ambientale, illecita raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti nonche’ la realizzazione e gestione di una discarica non autorizzata. La misura cautelare e’ stata emessa dal tribunale del Riesame di Napoli in accoglimento di appello del pm, dopo che il gip beneventano aveva rigettato la richiesta di misura; nei confronti dell’uomo e di altri indagati, inoltre, e’ stato emesso dai magistrati un avviso di conclusione delle indagini. Il provvedimento e’ legato al decreto di sequestro gia’ eseguito di diversi mezzi utilizzati dalla ditta e all’arresto in flagranza per resistenza di uno degli indagati che durante le fasi dell’apposizione di sigilli all’area, ha cercato di ostacolare l’esecuzione del sequestro, distruggendo un veicolo parcheggiato nelle immediate adiacenze della localita’ dove erano stati seppelliti i rifiuti pericolosi, nonche’ tentando di distruggere auto e mezzi parcheggiati, tra le quali anche quelle di servizio dei Baschi verdi. Una ricognizione aerea nel territorio del comune di Sant’Agata de Goti aveva permesso di individuare un’area di circa 18mila metri quadrati sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali perche’ adiacente a un alveo e due laghi artificiali, nella quale invece era stata creata una discarica di rifiuti speciali anche pericolosi. Agenzia per la protezione dell’ambiente in Campania e Fiamme gialle hanno documentato gravi violazioni alla normativa ambientale, fotografando lo sversamento e il tombamento di migliaia di metri cubi di rifiuti di ogni genere, tra cui rifiuti speciali pericolosi provenienti dal ciclo industriale, come fibre di amianto nei manufatti di fibro-cemento, nonche’ fanghi disidratati, provenienti verosimilmente dall’industria agroalimentare e, precisamente, dalla lavorazione di pomodori, smaltiti illecitamente grazie a documenti di trasporto falsi o alterati. Due gli arresti in flagranza e denuncia del rappresentante della societa’ esercente l’attivita’ di autotrasporto per conto terzi, insieme al sequestro l’intera area unitamente a 25 automezzi da lavoro, un impianto di trito-vagliatura, nonche’ varia documentazione extracontabile. Approfondimenti investigativi hanno mostrato la prosecuzione dello smaltimento non autorizzato dei rifiuti da parte del rappresentante della societa’ e di individuare altri siti di stoccaggio di rifiuti non autorizzati nel comune di Limatola. Un drone, dotato di una telecamera ad alta risoluzione, ha permesso di effettuare il rilievo tridimensionale dell’area interessata, consentendo ulteriori e piu’ specifici accertamenti tecnici e il rinvenimento dei rifiuti tombati nell’area di cava. E’ emerso un danneggiamento irreversibile della matrice suolo con un potenziale rischio per la falda acquifera, monitorato attraverso l’installazione di piezometri, una compromissione del suolo e sottosuolo, il deterioramento della matrice ambientale.
Articolo pubblicato il giorno 25 Settembre 2018 - 11:13