Livorno. Compravano banconote false a Napoli e le spendevano nei casinò del Canton Ticino, in Svizzera: arrestate dai carabinieri di Livorno due persone, mentre una terza è stata denunciata. E’ questo il bilancio dell’operazione “Solfa”, eseguita nelle prime ore di questa mattina, su ordine della Procura della Repubblica di Livorno, dai carabinieri del comando provinciale labronico che hanno applicato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Livorno nei confronti degli indagati per aver esportato e speso in Svizzera banconote contraffate. L’indagine coordinata da Daniele Rosa, sostituto procuratore della Repubblica di Livorno, è stata sviluppata a seguito dell’arresto il 15 dicembre scorso da parte della polizia cantonale ticinese, alla dogana di Chiasso-Brogeda (Svizzera), di due degli indagati che, a bordo dell’auto su cui viaggiavano, trasportavano 300 banconote da 50 euro contraffatte. La polizia giudiziaria federale svizzera, sulla scorta delle segnalazioni e delle informazioni pervenute da più polizie cantonali, ha poi ricostruito diversi episodi di spaccio di banconote false da 50 euro, appartenenti allo stesso lotto delle 300 sequestrate il 15 dicembre 2017, avvenuti in territorio elvetico, attribuibili ai due arrestati e ad altri ignoti complici.
Attivati i canali della cooperazione internazionale, le successive indagini condotte dal nucleo investigativo di Livorno e dalla compagnia dei carabinieri di Cecina (Livorno) hanno consentito di identificare gli altri responsabili dei reati e di accertare che gli indagati nel dicembre 2017 si sono recati almeno due volte nella provincia di Napoli per approvvigionarsi da ignoti fornitori delle banconote false. Nei giorni immediatamente successivi gli indagati hanno introdotto clandestinamente in Svizzera il contante contraffatto e presso diversi esercizi commerciali del Canton Ticino, perlopiù casinò e sale da gioco, lo hanno speso e lo hanno cambiato con valuta vera. Si stima che le banconote contraffatte complessivamente approvvigionate dagli indagati siano state almeno un migliaio (per un valore nominale di non meno 50.000 euro), acquistate ad un prezzo non superiore di 10.000 euro. Gli indagati, arrestati il 15 dicembre scorso, sono già stati condannati dall’Autorità Giudiziaria elvetica, per importazione e messa in circolazione di monete false e truffa, alla pena detentiva di 16 mesi ed alla multa di 1.500 franchi svizzeri.
Articolo pubblicato il giorno 6 Settembre 2018 - 10:22