Il Comune di Acerra appalta, in forma di affidamento diretto per ottantamia euro, la rimozione dei rifiuti speciali e pericolosi scaricati abusivamente nel territorio, al cugino di primo grado dei fratelli Cuono, Salvatore e Giovanni Pellini, gli imprenditori acerrani dello smaltimento rifiuti condannati lo scorso anno per disastro ambientale in via definitiva. La direzione distrettuale antimafia ha emanato a loro carico un provvedimento di sequestro dei beni per ben duecentventidue milioni di euro in appartamenti, elicotteri, ville e danaro contante. (L’udienza per la confisca di questo tesoro è stata fissata a ottobre). Gli ambientalisti del territorio, tra tutti Alessandro Cannavacciuolo noto ecologista della zona, hanno scoperto il caso spulciando l’albo pretorio e hanno lanciato l’allarme attraverso i social: “Com’è possibile affidare un appalto del genere a una persona che in ogni caso gravita nell’ambito di un contesto tanto discusso proprio sul fronte della contaminazione del territorio, una persona che ha legami diretti di parentela e rapporti diretti con i Pellini?”. Ma dal Comune nessuna risposta.
La sua ditta Pellini, come riporta Il Mattino, ha avuto l’incarico di rimuovere i rifiuti speciali scaricati illecitamente in un terreno di via Mulino Vecchio nella periferia settentrionale di Acerra, a poca distanza dal cimitero della città. E no solo. Durante il mese di agosto, a causa di un forte temporale, il cimitero di Acerra è stato fortemente danneggiato con la caduta di alberi e calcinacci e il Comune ha affidato un altro servizio di rimozione delle macerie sempre alla ditta Pellini.
“Basta fare un semplice accesso al portale web del Comune di Acerra – racconta Cannavacciuolo – per constatare che la ditta del cugino dei Pellini ha ottenuto dal Comune decine di affidamenti diretti per un importo totale che supera i 300mila euro. Certo – aggiunge Cannavacciuolo – essere parenti dei condannati in via definitiva per disastro ambientale non significa essere automaticamente dei delinquenti ma sicuramente fa sorgere il sospetto nella popolazione che l’ecomafia acerrana non abbia smesso di avere rapporti con la pubblica amministrazione”.
L’impresa finita al centro della bagarre politica ha tutti i documenti in regola ed è inserita nell’albo delle ditte fiduciarie del Comune. “C’è però da sottolineare – continua ancora Cannavacciuolo – che sull’albo pretorio non sono stati pubblicati i preventivi delle offerte formulati dalle altre cinque ditte contattate dal municipio”.
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