Josè Altafini era partito dal Milan per andare poi a giocare in Napoli e Juventus. Traiettorie diverse per Gonzalo Higuain, partito da Napoli e approdato poi a Juventus e Milan. Giri diversi, ma lo stesso comune denominatore fra i due, ovvero tre grandi piazze del calcio italiano. In occasione di Napoli-Milan di sabato sera l’argentino del Milan penserà a giocare, mentre il vecchio campione brasiliano lo seguirà in tv. Brasiliano, Josè Altafini. Proprio come Ricardo Kakà che questa mattina ha parlato proprio dei colori rossoneri: “Milan mio aspettami. Il primo obiettivo? Tornare in Champions League”.Kakà ha anche parlato del suo futuro, cui aveva fatto cenno Leonardo lo scorso 6 agosto, al momento della presentazione ufficiale di Paolo Maldini: “La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabela che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Adesso per me è difficile lasciarli. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo”. Il futuro può attendere, il San Paolo no. Sabato sera, al cospetto del Napoli di Carlo Ancelotti, nello stadio che fu di Diego Armando Maradona, sta per presentarsi un Milan più argentino del Napoli. Tra i rossoneri potrebbe infatti giocare Musacchio in difesa (ballottaggio con Caldara), mentre è atteso ovviamente in campo dall’inizio lo stesso Pipita. Di lui ci ha parlato proprio Josè Altafini, il predecessore di Higuain nelle vesti di Core ‘ngrato: “I giocatori non si somigliano mai, anche in epoche diverse fra loro. Possono essere simili alcune caratteristiche, ma Gonzalo è potente e forte di testa. Io privilegiavo un altro tipo di gioco”.Ma non è questo il punto. Tutta Italia si chiede se Napoli calcistica è ancora così furente con il Pipita, adesso che il centravanti argentino non indossa più la maglia della grande rivale bianconera, ma quella del Milan. Josè Altafini in questo senso ha le idee chiare: “Napoli è molto più arrabbiata con lui, rispetto a quello che accadde ad esempio con me. Io venni fischiato solo la prima volta in cui tornai a giocare al San Paolo con la maglia bianconera, poi le altre partite scivolarono via in maniera abbastanza normale”. Il precedente che l’80enne brasiliano di Piracicaba richiama alla memoria è piuttosto recente: “I tifosi possono anche fischiare, ma sono sempre tifosi. Non sono loro in campo e non decidono loro le partite. Io penso che i fischi non abbiano mai inciso sull’esito di una partita. Anzi aiutano il giocatore fischiato a concentrarsi di più, a fare meglio. Basti pensare a quello che è accaduto pochi mese fa a Torino, in Juventus-Milan. Tutti fischiavano Bonucci allo Stadium, ma alla fine Bonucci ha fatto gol e ha tenuto in partita il Milan fino ai minuti finali di una partita molto combattuta”.Altafini a questo punto non ha alcun dubbio: “Higuain non deve pensare ai fischi, ci saranno ma li deve ignorare come già ha fatto in passato. Lui al Milan secondo me farà bene, vuole ancora dimostrare. Poi dipenderà anche dal resto, da come andrà la nuova stagione nel suo complesso per il nuovo Milan che sta nascendo”. Proprio Higuain intanto sta sorprendendo tutti a Milanello, non solo per come si è presentato, magro e tirato, ai primi giorni di allenamento, ma anche per come si sta integrando da leader, da figura di riferimento nel nuovo spogliatoio rossonero. Al suo fianco, prima e dopo gli allenamenti a Milanello, quasi sempre c’è Hakan Calhanoglu. Il turco non ci sarà al San Paolo per via di una giornata di squalifica da scontare, ma tra lui e il nuovo crack offensivo del Milan si sta stabilendo una sintonia che poi in campo potrà essere molto utile. Così come Higuain, lo stesso Tiemoue Bakayoko sta impressionando nelle partitelle in famiglia del Centro sportivo rossonero. L’ambiente rossonero resta prudente, ma si aspetta molto al San Paolo sia dall’argentino che dal francese.
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