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Strage del Raganello, la piccola Chiara è uscita definitivamente dal coma ed è stata trasferita in reparto

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E’ fuori dalla prognosi riservata ed e’ stata trasferita in pediatria Chiara Santopaolo la bimba di 9 anni di Qualiano, investita dall’onda di piena del torrente Raganello in Calabria, e ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma. “Le condizioni cliniche della bimba ricoverata presso la Terapia Intensiva Pediatrica e Trauma Center Pediatrico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS si sono ulteriormente stabilizzate, permettendo in data odierna lo scioglimento della prognosi riservata ed il trasferimento presso il reparto di Pediatria”, scrive in un comunicato la struttura ospedaliera che gia’ nei giorni scorsi aveva reso noto il miglioramento delle condizioni della bimba. Chiara nella tragedia ha perso entrambi i genitori Antonio Santopaolo e Carmen Tammaro, mentre anche un’altra sorellina di 12 anni colpita dalla piena del torrente Raganello si è salvata. Nei giorni scorsi e subito dopo i funerali dei genitori la sorella maggiore aveva fatto visita alla piccola Chiara insieme con alcuni familiari. La bimba è diventato il simbolo della tragedia per la foto che ha fatto il giro del mondo che la ritraeva con la manina piena di fango appoggiata sulla spalla del suo soccorritore.  Ora si aspetta che le sue condizioni migliorino ulteriormente per portarla a casa. Intanto oggi il sindaco di Civita, Alessandro Tocci ha partecipato alla riunione indetta da Anci ed Upi dopo la tragedia delle gole del Raganello.
“Non c’e’ da difendersi ma da mettere in chiaro cosa significhi allerta gialla in un comune dove dal primo agosto al 26 agosto ne abbiamo avuti venti. Io mi auguro si riesca a capire se a monte sia successo qualcosa, ma senza minimamente dare colpe: adesso e’ il momento di capire lo stato dell’arte e se tutto quello che e’ successo si poteva o meno prevedere”. “Ormai – ha aggiunto – le conseguenze giudiziarie sono gia’ state ben segnate. Mi auguro che ci sia la certezza che le colpe vengano ben identificate. Credo che verro’ iscritto nel registro degli indagati. Mi auguro che quelle che sono in questo momento le segnalazioni portino anche la magistratura a fare il proprio dovere, ma a capire che, per quanto riguarda l’allerta meteo, minimamente si poteva prevedere questa calamita’ naturale. Abbiamo fatto richiesta ufficiale di avere i dati pluviometrici di quel giorno, ma penso che il dato sia che non pioveva. Se pioveva succedeva a sette, otto chilometri, in montagna. La tragedia che ha colpito la mia comunita’ ed il territorio ha bisogno non di capri espiatori ma di verita’ ed e’ questo quello che io chiedo”.


Articolo pubblicato il giorno 27 Agosto 2018 - 21:35

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