Storyriders, la rassegna giunta alla quarta edizione e che ha trasformato la suggestiva Torchiara nella capitale dei “cunti e racconti” si interroga, a distanza di sessant’anni sul ’68. Marcelloย Veneziani, domani sera, ore 21.30, a Borgo Riccio racconterร “Quelย Che resta del’68”. Una lettura irriverente ed iconoclasta giร fatta nel libro “Rovesciare il ’68” (Mondadori). Fallimento come rivoluzione politica ed economica ininfluente sugli assetti di potere; significativa, invece, come rivoluzione di costume, mutamento culturale. Fu una scossa che produsse anche salutari cambiamenti, si pensi alla condizione femminile. Suo segno distintivo la decisa rottura tra elementi contrastanti: lecito ed illecito, naturale e volontario, alto e basso. Diversa la lettura di Donย Virginio Colmegna che, sabato sera (1 settembre), sempre alle 21.30 a Borgo Riccio, commenterร il film di Ferdinando Vicentini Orgnani “Il 68 e l’utopia della ragione”. Per il sacerdote ambrosiano, presidente della Fondazione Casa della Caritร , il ’68 ha significato โun periodo di grandi utopie, spesso fortemente ideologizzato ma, comunque, pervaso da un desiderio di cambiamento positivo, voluto con forza dai piรน giovaniโ.ย ย Emblematico il fatto che i primi movimenti sono nati in ambito universitario. Anche la Chiesa fu interessata da questo vento nuovo, bene esemplificato dal Concilio Vaticano II che ha cambiato il suo modo d’essere รจ poi anche agli insegnamenti di Don Lorenzo Milani. Il desiderio di un futuro sensibile si diritti di tutti ed alla giustizia sociale ne costituisce l’ereditร piรน importante.
Articolo pubblicato il giorno 30 Agosto 2018 - 18:21