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Solo contro tutti, anche dopo la morte: l’assalto del branco a Ciccio Augeri e l’omertà dei testimoni

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Solo contro tutti: anche dopo la morte. E’ la triste e amara storia di Francesco Ciccio Augieri, il 23enne studente di biologia di Cosenza ucciso la notte del 22 agosto scorso a Diamante dalla stupida follia omicida un branco di ragazzini. “L’omicidio di Augeri è l’epilogo insensato di una lite tra due giovani, i quali prima dell’accaduto non avevano alcun rapporto di frequentazione, lite scaturita da una banale incomprensione verificatasi pochi minuti prima”: la ricostruzione del Giudice Marcello De Chiara che ha convalidato il fermo di Francesco Schiattarelli, accusato dell’omicidio di Francesco Augeri, applicando un’ordinanza di custodia cautelare è un racconto drammatico di una morte assurda, senza motivo, nella quale la follia del branco ha avuto la meglio sul senno e sul destino di un giovane di 23 anni. Il giudice analizza e censura sia la reticenza dei testimoni e dei protagonisti sia le pecche degli inquirenti che avrebbero tralasciato dei particolari importanti e determinanti per fare chiarezza sulla notte di Diamante, quella del 22 agosto scorso. In primis l’omertà: “Resta, però, forte la sensazione che non tutti abbiano detto ciò che sapevano, preferendo tutelare il colpevole di un omicidio, piuttosto che coadiuvare le autorità – scrive il giudice Marcello De Chiara -: da tutti i verbali trasmessi, traspare, infatti, una nemmeno troppo celata reticenza, da parte dei minori, ma ancor di più dei loro genitori, alcuni dei quali, addirittura, sulla base di inaccettabili motivazioni, si opponevano (!) a che gli organi di polizia visionassero i cellulari dei propri figli, ancorché contenenti conversazioni con le persone indagate”. Carnefici e vittime, frequentavano gli stessi luoghi e lo stesso locale, il bar Ketty, come tutti i protagonisti di questa assurda vicenda e sono stati anche a pochi metri di distanza l’uno dall’altro prima che i loro destini si incrociassero e scontrassero sulla via della morte. Lungo la discesa Corvino e sotto la statua di Padre Pio, sul ponte che porta al lungomare di Diamante, si consuma la vita di Francesco Augeri, 23enne cosentino, laureando in biologia, figlio di un medico e amico di Raffaele Criscuolo, 28enne laureato in lettere, residente a Boscotrecase e colpevole del primo attrito con i ragazzi napoletani del branco. Al bar Ketty poco prima della tragedia c’erano tutti i protagonisti, inconsapevoli l’uno dell’altro. C’era Criscuolo con Augeri e altri due amici, prima che si alzasse e si recasse a comprare le sigarette percorrendo il ponte di discesa Corvino. C’era Francesco Schiattarelli con F.D’A. prima che quest’ultimo con un altro ragazzo (Andrea, stranamente non identificato) e due ragazze decidesse di andare a fare un giro e si scontrasse sul ponte di via Libertà in direzione opposta con Criscuolo. E’ accaduto solo una settimana fa eppure sembra un film visto tante volte da tutti i protagonisti.

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E’ il cuore della notte, sono passate le 3,15, in strada c’è ancora tanta gente soprattutto ragazzi, minorenni, abituati a notti insonni e vacanze in compagnia di amici.Una spallata tra Criscuolo e F. D’A. e quello scambio di insulti con Criscuolo che provoca il minorenne casertano ‘tagliati questi capelli ricchione’ alludendo ai lunghi capelli del ragazzo rappresenta il primo atto della tragedia. Sembrava potesse finire lì e invece il minorenne corre verso il bar Ketty, fa gruppo – sono almeno in dieci – e risale discesa Corvino, incrociano ancora Criscuolo che viene riconosciuto. A seguire la scena un codazzo di ragazzine che vuole capire cosa stanno combinando. “Il gruppo sta, infatti, cercando proprio lui ed appena lo avvistano – il D’A. grida “u vi loco” (ovvero “eccolo!”)- partono al suo attacco” scrive il Gip nell’ordinanza cautelare a carico di Schiattarelli.

Criscuolo viene picchiato e accoltellato. Il 28enne si divincola e corre veloce verso il locale, non si accorge che è stato ferito ad un gluteo, perde sangue. Se ne accorge Francesco Augeri e i due, con il 23enne cosentino avanti di qualche metro, ritornano verso la strada di Padre Pio per chiarire la situazione. Criscuolo si ferma a metà strada. Ha paura, vede che qualcuno di loro ha in mano qualcosa. Francesco Augeri, dunque, incontra per primo gli aggressori e sferra un pugno, pare proprio a Schiattarelli, ma subito dopo ha la peggio viene circondato e accoltellato: due fendenti all’addome, quasi di spalle, e uno al collo. Nelle sue dichiarazioni Raffaele Criscuolo dirà di aver visto uno di loco con qualcosa in mano “Non sa dire se è un coltello e nemmeno sa (o vuole) riconoscere tale soggetto; forse non ha il coraggio di farlo, forse è ancora sotto shock: si limita a dire che il taglio di capelli è compatibile con quello di Schiattarelli Francesco” scrive il Gip.

Durante l’interrogatorio, il 19enne napoletano fermato per l’omicidio di Augeri nega di aver partecipato a quella seconda rissa, ma per il giudice porta su di sè i segni visibili di quel momento a partire dall’occhio tumefatto. “Schiattarelli era presente anche nel momento in cui venivano sferrate le mortali coltellate” scrive il gip confrontando le dichiarazioni dei testimoni e quelle della vittima.
Il suo racconto secondo il giudice è pieno di contraddizioni a partire dalla circostanza che dopo il primo scontro era scappato a casa ‘senza ancora sapere che nel frattempo era stato ucciso un ragazzo’. Ma qualcuno lo ha visto colpire Criscuolo.

La super testimone, quella più attendibile e che secondo il giudice ha raccontato tutto quello che aveva visto e sapeva, ha solo 14 anni. Una ragazzina cosentina che è in vacanza con la mamma e conosce molti dei protagonisti della vicenda. Quando è iniziata la prima lite, la mamma le ha ordinato di tornare a casa, ma lei curiosa si è nascosta e guarda da lontano cosa succede. Arriva vicino al punto in cui Augeri, già ferito, aspetta l’arrivo dell’ambulanza. Ci sono tante persone intorno e poi arriva ‘Enzo’ un giovane che conosce l’assassino: è Schiattarelli perchè glielo ha confessato lui. Enzo sa anche che Schiattarelli ha un occhio gonfio perchè è stato colpito da Criscuolo con la cintura dei pantaloni. La mamma della ragazzina, poi, è una delle ultime persone a parlare con Francesco Augeri prima della morte, a raccogliere quell’atto di accusa contro i ragazzi napoletani. Schiattarelli porta visibile sul corpo, ad una settimana di distanza, i segni di quella colluttazione. Quando è entrato in carcere ha raccontato di essere caduto, ma davanti al gip ammette che è stato colpito durante la prima lite. Una contraddizione, secondo il Gip, che conferma quanto emerso nelle indagini e cioè che il 19enne del Rione Sanità era lì mentre Augeri veniva ucciso. Poi la fuga.

Schiattarelli racconta che alle 10,30 di quella mattina è partito da Diamante con i suoi familiari per tornare a casa per paura di possibili ritorsioni. Ma quel giorno verso le 18 i genitori del 19enne erano alla caserma dei carabinieri di Diamante per essere sentiti. Il padre aveva detto ai militari di non sapere dove era il figlio. La giustificazione del ragazzo è stata: “sono tornati per prendere i vestiti che avevano lasciato”. Secondo il Gip, la famiglia è partita quella sera, temendo ripercussioni giudiziarie per Francesco Schiattarelli.

Il giudice Marcello De Chiara non ha dubbi sulle responsabilità dell’indagato e scrive: “Schiattarelli Francesco non ha manifestato alcuno segno di resipiscenza: manca dunque la condizione primaria ed essenziale sulla quale dovrà fondarsi il difficile percorso rieducativo che lo aspetta; è evidente che, in mancanza di tale condizione, non può tornare in libertà un soggetto incapace totalmente incapace di arginare la propria aggressività, perchè ciò comporterebbe un pericolo grave ed attuale per gli altri consociati”. Resta in carcere, mentre la procura per i minori indaga F.D’A., il minorenne per lesioni personali nei confronti di Criscuolo e valuta la sua posizione per concorso in omicidio con Schiattarelli.

Rosaria Federico


Articolo pubblicato il giorno 29 Agosto 2018 - 21:50


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