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Scoperta in fondo al mare di Acciaroli una delle navi dell’operazione Avalanche

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Segnalazioni pervenute dai pescatori. A otto miglia da Acciaroli, è stato filmato e fotografato un cargo statunitense (classe Liberty) utilizzato per approvvigionare le truppe impegnate nel conflitto in Europa e nel Mediterraneo. Dopo settantacinque anni si scrive una nuova pagina di storia che rigurada l’Operazione Avalanche del 9 settembre del 1943 e che consentì agli alleati di risalire e di sconfiggere il nemico nazista.
“Il tratto di mare tra Acciaroli e Palinuro era stato attraversato dalle navi della V Armata statunitense comandata dal generale Mark Clark. Erano 642 mezzi navali. Due anni di ricerche in quel tratto di mare e di documentazione delle possibili tipologie di relitti e poi abbiamo avuto la conferma da parte dei sonar e di sofisticate strumentazioni che quel relitto lì sotto c’era davvero in tutta la sua grandezza”, ha raccontato a Il Mattino, Guglielmo Mazziotti di Pollica, uno dei fantastici del Team Giò Sub. Un altro anno per preparare la difficile discesa sott’acqua a 170 metri e poi giovedì, Andrea Bada (capo spedizione) e Ivano Predari hanno potuto mettere gli occhi sullo skyline della nave e nello squarcio sul cassero che ne aveva causato l’affondamento. “Sei minuti per la discesa lenta a 170 metri, una profondità quasi proibitiva. Poi circa dieci minuti sul fondo, dal lato della poppa, per fotografare, filmare parte del relitto”. Andrea Bada, grazie al filo d’Arianna in acqua di Ivano Predari, e il supporto in barca di Luca Parodi e Pietro Cacciabue, racconta l’ennesima scoperta: “È presumibilmente un cargo adibito a trasporto e uso militare. Va detto che sui registri navali non esiste segnalazione di questo affondamento: un mistero in più da svelare. Nell’oscurità totale, illuminato da quattro luci di ventimila lumen di potenza ciascuna, abbiamo potuto appurare che lo scafo misurava oltre 130 metri per 18 di larghezza”. 
Poco tempo a disposizione: sei ore di decompressione con tutti i rischi del caso sono poche per potere asserire con certezza la causa dello squarcio al centro della nave: “Un siluro, ma più probabilmente una bomba teleguidata, sganciata da un aereo tedesco; sarebbero tra le prime adoperate nel secondo conflitto mondiale”, commenta il capo spedizione. La scoperta ha avuto una lunga gestazione, frutto della collaborazione tra i pescatori, gli attenti ascoltatori del team e alle metodologie di ricerca, ma soprattutto all’esperienza nel campo della ricerca dei relitti della Seconda Guerra Mondiale degli esperti sub.


Articolo pubblicato il giorno 18 Agosto 2018 - 11:22

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