“La preoccupazione c’e’, ci sono cumuli di materiali che saranno trasportati, ho letto delle balaustre, abbiamo chiesto come verranno rinumerati i sediolini e ancora non abbiamo avuto risposta. Che qualcosa non stia filando liscio mi pare palese”. Lo ha detto il capo delle operazioni del Napoli Alessandro Formisano in merito alla situazione lavori allo stadio San Paolo. “Siamo stati convocati il primo giugno – ha detto Formisano a Radio Kiss Kiss – e ci e’ stato detto che i lavori sulla pista sarebbero iniziati subito dopo il concerto in ricordo di Pino Daniele, intorno all’8-9 giugno, ma in realta’ si e’ partiti intorno al 27 luglio, con circa 40 giorni di ritardo”. I ritardi hanno causato uno slittamento dell’avvio della campagna abbonamenti: “Ad oggi risultiamo iscritti a Palermo – afferma – non perche’ ci piace, ma perche’ siamo in difficolta’ con i lavori. La situazione e’ delicata: dichiarazioni dell’assessore sui sediolini ce ne sono a decine, se ne parla da anni. E’ una ferita profonda che ci portiamo nel tempo”
Quello degli impianti calcistici è un tema di grande attualità che, il Napoli come altri grandi club, dovrebbero seguire con interesse, perché uno stadio di proprietà rappresenterebbe una voce importantissima nello stato patrimoniale della società. Il progetto di riqualificazione del San Paolo, deve essere compatibile con le esigenze del club, della collettività e del territorio e che come già avvenuto per molti club internazionali, dovrà essere la società azzurra a presentare il progetto e sostenere i costi principali ed il comune autorizzare la riqualificazione del suolo dove sorge lo stadio. A Napoli, come in tutta la Campania, ormai si programma tutto alla giornata, in emergenza continua, e gli Amministratori parlano di lotta contro il tempo per scadenze inventate o funzionali a scelte dettate da immani interessi economici. C’è un problema di fondo che ha sempre gravato sulle decisioni, le contraddizioni esistenti nella gestione dell’effimero occupate di Palazzo San Giacomo. Un giorno disponibile a fare interventi urbanistici, l’altro contrario ad ogni intervento sulla città. Queste cose hanno impedito, di fare ragionamenti seri. Se ci saranno progetti fatti bene, con l’impegno dell’amministrazione e dell’imprenditoria privata, si possono auto pagare, e credo che tutto questo non costerà un soldo ai cittadini napoletani. Ciò accade anche per opere di fondamentale importanza ambientale, economica, sociale per la città, come deve essere anche la riqualificazione dello Stadio. Il S. Paolo è un’opera realizzata dall’arch. Carlo Cocchia, inaugurato nel 1959, che risultava bene, forse perfettamente, inserita nel contesto architettonico-urbanistico dell’area che va dal Collegio Costanzo Ciano (ex base nato Bagnoli) a Piazzale Tecchio e Fuorigrotta, in armonia con il Politecnico e la Mostra d’Oltremare e come dice il detto da buon intenditore poche parole…ogni riferimento alle Universiadi è puramente voluto. Cosi sono intervenuti questa mattina, a margine della ennesima vertenza sullo stadio San Paolo, i Dirigenti Nazionali del Movimento Nazionale per la Sovranità di Gianni Alemanno, Rosario Lopa e Alfredo Catapano.
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