E’ ritornata mestamente nel suo Paese martedì 7 agosto la salma di Ana Langsa, la seconda turista indonesiana, di 79 anni, vittima dell’assurdo incidente successo a bordo del traghetto Atlas, mentre era ormeggiato al molo 14 del porto di Napoli, lo scorso 17 giugno, alle 18. L’anziana, che era in vacanza a Napoli e che era salita sulla motonave della compagnia Grandi Navi Veloci per raggiungere Palermo, durante le operazioni d’imbarco era rimasta schiacciata, assieme a un connazionale che si trovava con lei, da una vettura, una Citroen C5, precipitata dal ponte superiore a quello inferiore mentre l’automobilista faceva manovra. L’uomo era deceduto praticamente sul colpo, mentre la donna era stata trasportata in condizioni disperate all’ospedale Carderelli, dove purtroppo, dopo quasi un mese e mezzo di agonia, il 26 luglio è spirata. Il Pubblico Ministero della Procura di Napoli titolare del fascicolo per omicidio colposo aperto all’indomani della tragedia, il dott. Ciro Capasso, da prassi ha disposto l’autopsia sulla salma della vittima per avere la conferma che il decesso sia legato ai gravissimi traumi riportati quel “maledetto” 17 giugno, incaricando come consulente tecnico la dott.ssa Anna Gargiulo: alle operazioni peritali, che hanno avuto luogo giovedì 2 agosto, ha preso parte, come consulente di parte della famiglia della turista, anche il medico legale dott. Orfeo Pinto, messo a disposizione da Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui i congiunti della signora, attraverso la consulente personale Mila Tizzano, si sono affidati per fare chiarezza sull’inconcepibile incidente e per ottenere risposte.
Com’è noto, nel registro degli indagati, oltre all’automobilista della vettura, il poliziotto di origini siciliane Maurizio Ruggirello, di 38 anni, sono stati iscritti (per ora) quattro membri dell’equipaggio del traghetto: Gennaro Ilardo, 32 anni, il primo ufficiale di carico, Paolo Esposito, 29 anni, il secondo ufficiale di carico, Luigi Russo, 42 anni, nostromo, e Carlo Martusciello, 32 anni, caposquadra. Alla base del dramma, infatti, non vi sarebbe stato solo e tanto un errore umano da parte dell’automobilista, rimasto lievemente ferito, e che peraltro stava seguendo le indicazioni che gli venivano impartite per parcheggiare l’auto nell’anello superiore, quanto piuttosto il fatale mancato posizionamento da parte degli addetti della nave della ringhiera protettiva che avrebbe evitato la caduta della vettura nel ponte di sotto. Concluso l’esame autoptico, la Procura di Napoli ha dato il nulla osta e messo la salma a disposizione dei familiari della vittima. In particolare, il figlio e le sorelle sono rimasti per lunghi giorni al suo capezzale al Cardarelli sperando in un miracolo: purtroppo si sono dovuti attivare per il rimpatrio delle sole spoglie della loro cara. Partiti lunedì 6 agosto dall’aeroporto di Napoli, sono atterrati martedì a Giacarta, imbattendosi peraltro in una città paralizzata a causa del grave terremoto che ha colpito il Paese asiatico, e infine ieri, mercoledì, hanno raggiunto la loro città, Medan. L’amaro epilogo della vicenda è che l’incolpevole Ana Lansga, che era venuta in Italia per godersi una vacanza e le bellezze nostro Paese, è tornata in Indonesia su una bara, dopo quasi tre mesi: la sua famiglia, che proprio in queste ore sta celebrando il suo funerale, invoca ovviamente giustizia e che siano perseguiti i responsabili di un incidente senza precedenti (o quasi) nel mondo della moderna marineria italiana. E sarà questo l’impegno di Studio 3A.
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