Napoli. Un anno fa un infarto fulminante nella notte spense a 28 anni la giovane vita del calciatore napoletano Enrico Guazzo. Si trovava ad Ischia in vacanza con i genitori. La famiglia alloggiava all’hotel Hibiscus di Forio. Fu trovato privo di vita al mattino dalla madre. Una morte simile a quella di Davide Astori. A un anno di distanza familiari e amici vogliono ricordare il suo sorriso e la sua voglia di vivere. Guazzo, roccioso difensore centrale era cresciuto calcisticamente nel Napoli per poi passare all’Empoli, dopo la trafila nelle giovanili nella squadra toscana aveva girovagato nelle squadre di serie D del centro Italia. “Era un ragazzo buono sincero, altruista amava tutti e aiutava tanti”, ricordano i suoi familiari”. “La sua gioia eravamo noi, la sua famiglia, i suoi cugini. Ha dedicato anni alla sua grande passione il calcio.Vivendo da bambino sempre fuori Napoli per inseguire il suo sogno di calciatore malgrado sentisse la mancanza dei genitori soprattutto della mamma la quale era luce dei suoi occhi. Allenatori, calciatori, lo ricordano come un grande sia nel campo del calcio che nel cuore. La sua scomparsa ci ha distrutto l’anima”. Suo nipote Gennaro Guazzo, protagonista del film “Troppo Napoletano” lo ricorda con grande affetto: “Dedico il mio successo a zio Enrico, un grande uomo”.La sorella Titti spiega: “Pensiamo ogni secondo… Se ci fosse stato il defibrillatore nell’albergo in cui alloggiava il nostro campione sarebbe ancora vivo? Nel 2018 stiamo ancora parlando di mancanze di beni di primo soccorso così importanti in strutture di lusso!! Per una mancata assistenza di un macchinario cosi necessario forse ci avrebbe potuto ridare nostro fratello? Oggi la nostra vita non ha più senso… Non smettere mai di ridere anche da lassù come sempre facevi campione”.
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