Se non ci fossero i testimoni sembrerebbe un racconto quasi inventato perché nelle storie delle stranezze che accadono negli ospedali quella di un marito che va a dormire nel letto della moglie che ha appena partorito e per giunta con taglio cesareo quindi non in grado di sopportare sofferenze e altri dolori, non si era mai sentita. Ma purtroppo è accaduto e in una struttura sanitaria napoletana con tanto di insulti e minacce all’infermiera di turno che accortasi della presenza nel reparto dove non poteva stare aveva cercato di allontanarlo. E così quanto accaduto a Villa Betania allunga a 61 la striscia degli episodi di aggressioni nelle strutture sanitarie di Napoli e provincia. L’episodio viene raccontato con la consueta puntualità dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” diventato un punto di riferimento importante negli ultimi mesi per tutti coloro che subiscono minacce e aggressioni in campo sanitario. Ecco il racconto in prima persona di quanto accaduto.
“Stamattina alle 7:00, inizio del mio turno; entro in una delle camere in reparto dove trovo una paziente che aveva subito un taglio cesareo d’urgenza e alla quale era stato prescritto il giusto riposo post operatorio, in piedi, rannicchiata dal dolore e leggermente appoggiata al suo letto che vedo occupato da una figura coperta dalle lenzuola che inizialmente non riesco a riconoscere.
Quando mi avvicino e chiedo spiegazioni alla paziente mi viene detto che è suo marito, entrato in reparto verso le 5 del mattino (quindi di nascosto dal personale sanitario e fuori dall’orario di visita) e che sta dormendo perché lei gli ha ceduto il suo posto letto.
Dopo aver chiarito che essendo un reparto di ginecologia e ostetricia non accettiamo la permanenza notturna di uomini, che non era orario di visita, che quel letto è stato disposto solo per la paziente, che dati i punti di sutura freschi aveva solo lei bisogno di riposo a letto, sveglio il marito ed elencati i motivi lo invito ad uscire dal reparto.
Seguono vari insulti da parte di entrambi, i “fatti i ca**i tuoi e vai a fare l’infermiera” da parte di lei, come se tutelare la salute della paziente anche se lei la trascura per il riposo del marito non fosse un mio dovere professionale, il rifiuto di lui ad uscire, il mio “Se non esce mi costringe a chiamare la Guardia” e i di lui ripetuti “Se la chiami ti picchio!”…ripetuti, ripetuti, ripetuti…detti avvicinandosi a me, una donna alta 1.60m, mentre lui è alto quasi 2 metri. Una volta chiamata la guardia il marito ha continuato ad inveire contro il personale sanitario…per poi fare la vittima citando la preoccupazione verso la salute del nascituro…che se fosse stata una preoccupazione così elevata avrebbe compreso anche il bisogno della moglie a riposare dopo un intervento chirurgico, a mio parere”
Articolo pubblicato il giorno 19 Agosto 2018 - 23:22