“Il nostro pronto soccorso? Siamo a livelli di normale straordinarieta'”. Ciro Verdoliva, dal 14 luglio 2016 direttore generale dell’ospedale Cardarelli di Napoli, uno dei piu’ grandi nosocomi d’Italia, non fa dell’ironia, ma con una sintesi tutta napoletana condensa l’attivita’ frenetica e la complessa riorganizzazione di uno dei punti piu’ ‘caldi’ della struttura che governa, spesso al centro di polemiche e casi di malasanita’ per eccesso di barelle. Una vecchia fotografia del nosocomio, che, numeri alla mano, il top manager della Sanita’ respinge. “Sentire sparare addosso all’ospedale, infangarlo …francamente il Cardarelli non se lo merita”, dice, ricordando la professionalita’ e l’abnegazione di medici e infermieri che vi lavorano. Il tema dell’iperafflusso c’e’, e Verdoliva non lo nasconde. Nel 2017 sono stati 65mila gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale, 34.322 dei quali tradotti in ricovero ma d’urgenza solo in 23mila casi. Il 60-70% delle persone che si sono rivolte ai medici di pronto intervento sono state dimesse tra le due e le sei ore dopo aver ricevuto al Triage la classificazione della loro urgenza, e in ogni caso non oltre le 12 ore. Sono questi i casi che generano “il congestionamento del pronto soccorso – sottolinea – con gravissime ripercussioni sui tempi di attesa, sui tempi di trattamento complessivo nonche’ sul sovraffollamento delle aree di attesa dei pazienti e anche degli accompagnatori”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Agosto 2018 - 13:40