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Morto dopo un intervento al cuore: 27 indagati

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Salerno. Sono 27, tra camici bianchi e infermieri, le persone indagate per il decesso di Raffaele Pastore, il 71enne morto nel reparto malattie infettive dell’ospedale Ruggi lo scorso 28 luglio per una complicanza legata ad un intervento per la sostituzione di una valvola al cuore effettuato circa due mesi primi in una clinica di Mercogliano. A poco più di una settimana dal decesso arrivano gli avvisi di garanzia nell’ambito di un’indagine complessa perché vede interessato tre centri ospedalieri nei quali l’uomo ha ricevuto le cure mediche. Sul registro degli indagati ci sono 12 medici dell’ospedale Ruggi di Salerno, presidio ospedaliero dove l’uomo è morto, 10 della clinica di Mercogliano e 5 del centro riabilitativo dell’ospedale Criscuolo di Sant’Angelo dei Lombardi dove l’uomo era stato trasferito lo scorso 8 giugno prima di finire in gravi condizioni. Fondamentale per le indagini sarà l’esame autoptico sulla salma dell’uomo che è ancora sotto sequestro. I familiari dell’uomo, compreso la moglie ancora sotto choc per l’accaduto, hanno sporto denuncia ripercorrendo le ultime settimane tra una clinica e l’altra. “Dopo l’intervento eseguito nella clinica di Mercogliano e il trasferimento a Sant’Angelo dei Lombardi – dice la moglie del 71enne – mio marito presentava un sensibile aggravamento delle condizioni di salute ma i medici ci rassicuravano dicendo che era tutto normale e che l’operazione cardiaca ed il successivo decorso post-operatorio e riabilitativo si erano conclusi con successo. Tuttavia, dopo pochi giorni di permanenza a casa, il 13 luglio mio marito è stato nuovamente ricoverato d’urgenza per un principio di infarto in eliambulanza presso la Torre cardiologica del Ruggi d’Aragona. Giunti sul posto continua la moglie siamo stati informati dai cardiologi che era intervenuta una grave infezione che aveva danneggiato anche la valvola cardiaca trapiantata e che era quindi necessaria un’ulteriore operazione di trapianto poiché l’operazione cardiaca ed il decorso non si erano conclusi positivamente. Mio marito – continua la donna – era nel reparto senza monitoraggio ed in camera con altri pazienti portatori di infezioni tanto che, dopo pochi giorni, un medico ci disse che era intervenuta una nuova infezione. Costantemente chiedevano informazioni circa l’operazione di trapianto, ma l’intervento non è stato mai eseguito. Mio marito non è stato mai trasferito alla Torre cardiologica ed è morto dopo circa tre settimane di degenza al reparto infettivi del Ruggi. Ora chiediamo che venga fatta chiarezza”.


Articolo pubblicato il giorno 7 Agosto 2018 - 06:10

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