Napoli. I suoi amici non hanno dubbi: Cisse’ Elhadji Diebel, il 22enne ambulante senegalese ferito l’altra sera a Napoli con un colpo di pistola, e’ stato vittima dell’odio razziale. La questura e’ piu’ cauta: presto per ipotizzare un movente, le indagini si muovono a 360 gradi senza escludere alcuna pista. Soprattutto quello del pizzo di 10 euro al giorno che sono costretti a pagare gli ambulanti dei mercati rionali di Napoli ai clan della camorra a secondo della zona “di competenza” della cosca che comanda. L’episodio comunque riaccende tensioni e polemiche, con tanto di presidio in piazza da parte di immigrati, sindacati e associazioni per ribadire che Napoli non e’ e non vuol essere una citta’ razzista. Poco più di trecento hanno partecipato ieri sera alla manifestazione. La città e il quartiere del Vasto erano assenti. Anzi c’è stato anche chi ha insultato i manifestanti. A sparare l’altra sera sono stati due sconosciuti, di pelle bianca, in sella a uno scooter. Cisse’ era in via Milano, nel cuore del popoloso quartiere Vasto, con due connazionali: uno dei colpi lo ha raggiunto a una gamba, un secondo proiettile e’ stato deviato dal telefonino che il senegalese aveva in tasca. Una ferita profonda ma non letale per Diebel, giunto in Italia da piccolo senza i genitori e oggi munito di regolare permesso di soggiorno, con residenza ufficiale a Lecce: uno dei tanti ambulanti che affollano le strade nei pressi della stazione ferroviaria centrale di Napoli, dove abbonda lo smercio abusivo di prodotti di ogni genere. Cisse’ e’ un bravo ragazzo, dice chi lo conosce. Piccoli precedenti per ricettazione di merci contraffatte, ma nessun guaio serio con la giustizia. Nel quartiere Vasto, dove forti sono anche le tensioni tra residenti e immigrati, c’e’ chi ricorda la sparatoria del gennaio 2017, quando la camorra prese di mira un gruppo di ambulanti senegalesi che non pagava il pizzo al clan di zona: furono feriti tre immigrati e una bimba di 10 anni, finita sulla traiettoria di fuoco. Un episodio che spinge alla cautela gli investigatori sul movente del ferimento di ieri: “E’ prematuro fare ipotesi”, dice il questore di Napoli Antonio De Iesu sottolineando che le indagini sono condotte con la massima attenzione da un team coordinato dal capo della Mobile, in stretto raccordo con il procuratore aggiunto di Napoli Nunzio Fragliasso. Cisse’, in ospedale, e’ sgomento e non vuole fare ipotesi sul movente dell’agguato. Pierre Pereira, presidente della comunita’ senegalese di Napoli, parla invece esplicitamente di “ansia e paura”: “Sono aggressioni mirate contro chi ha la pelle nera, poteva capitare a chiunque di noi”. In meno di una settimana in Campania sono stati dieci i casi di aggressioni contro persone di colore, ricorda la Cgil. Il sindaco Luigi de Magistris rilancia gli appelli alla coesione e torna a puntare l’indice contro il ministro degli Interni: “Sono notevolmente aumentati con un’accelerazione preoccupante i fatti di violenza di connotazione razzista. Chi dovrebbe garantire che questi episodi non accadano si assume la responsabilita’ politica di alimentare politiche fondate sulla xenofobia, sul razzismo e sulla discriminazione. Ma preoccupa anche l’assenza di parole di dissenso da parte delle altre forze di governo”.
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