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Lettera aperta sui vaccini del presidente dei biologi, Vincenzo D’Anna

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In Italia è ben difficile tenere a bada la vis polemica, evitare di esercitare l’antica arte del discreditare coloro che sono di opinione contraria, soprattutto quando l’argomento introduce la tutela di cospicui interessi elettorali ed economici. Risulta, pertanto, necessario che dal vasto e libero mondo della scienza e dagli Enti che a vario titolo lo rappresentano, debba venire una pacata e serena discussione, volta a chiarire taluni aspetti del problema dibattuto ed a sedare faziosità e forzature polemiche. I vaccini rappresentano un argomento che in queste ore ritorna prepotentemente all’attenzione del mondo politico, dell’opinione pubblica ed anche del mondo scientifico. L’Ordine dei Biologi non può restare muto astante innanzi a tale argomento, essendo i Biologi la categoria maggiormente impegnata sul fronte della ricerca e delle scoperte scientifiche. Chi ha la mia età ricorda bene i polmoni di acciaio e i danni sociali che la poliomielite ha disseminato e che oggi i più giovani non vedono più. Non c’è chi non sappia quanti meriti abbiano avuto ed abbiano i vaccini in medicina. Mettere un veto sulle vaccinazioni, criminalizzando i vaccini come portatori essi stessi di patologie ancor più gravi di quelle patologie che essi, vaccini, sconfiggono, sembra un’esagerazione inammissibile. E tuttavia ricordare tali enormi meriti non ci consente di trasformare le opinioni a sostegno della pratica vaccinale obbligatoria in asserzioni che somigliano più ad atti di fede e dogmi assoluti. Questi ultimi non si confanno con la prassi scientifica che si confronta sempre con il dubbio che alimenta la costante ricerca del vero e del meglio. Pertanto, va dato ascolto a tutte le tesi che abbiano un significato ed un portato scientificamente valido, confutando, per le stesse vie scientifiche, spropositi ed incongruenze diffuse come verità accertate. L’epistemologia della scienza ci insegna come fare, come agire innanzi a queste nuove teorie, con il metodo basato su altre prove portate a confutazione di evidenza scientifica, più che lanciare anatemi, scomuniche e radiazioni dagli ordini professionali. Come professionisti dobbiamo ammettere che la vaccinazione, al pari di un farmaco, può avere effetti avversi ed indesiderati, ecco l’importanza di un consenso informato e condiviso, come la stessa Carta Costituzione ci indica agli articoli 32 e 33, sul consenso informato e la non obbligatorietà delle cure praticate, nonché la libertà di scienza e di insegnamento della stessa che evita i santuari scientifici unici possessori della verità del sapere. I vaccini, come tutti i farmaci, possono contenere eccipienti e di questi si dovrebbe discutere non della bontà del vaccino, interrogarsi e verificare l’innocuità di tali sostanze, comunque presenti ed iniettate nel corpo umano, ripeto iniettate non ingerite. Tra questi eccipienti i più utilizzati come adiuvanti e stabilizzanti dei vaccini sono alcuni metalli come l’alluminio che certamente è meno tossico rispetto al thiomersal, ovvero al mercurio. Essendosene ravvisata la nocività, il mercurio è stato eliminato dai vaccini e sostituito con l’alluminio che risulta meno tossico. La domanda è questa: quanto meno tossico e nocivo delmercurio è l’alluminio e quanti altri additivi andrebbero ancora eliminati? È possibile discutere senza campagne di discredito e d’odio verso coloro che studiano le interazioni tra metalli pesanti ed organismo umano? E di questi metalli oggi abbiamo consapevolezza che causano danni molecolari finanche di natura epigenetica, come provano gli esami del liquido seminale fatti su vasta scala con ricerche ad hoc, nonché lo stato tossico generato da questi metalli pesanti, anche frutto dell’alimentazione e dell’inquinamento (vedi le diverse “Terre dei fuochi” esistenti in Italia) e rilevabili attraverso l’esame tossicologico del capello. Quindi un argomento che non riguarda solo i vaccini ma una più vasta gamma di sostanze che assumiamo dall’ambiente, dagli alimenti e dai farmaci.Il nostro lavoro di Biologi è ricercare, scoprire, verificare il danno cellulare, non discutere apoditticamente su cose che nessuno ancora conosce completamente. Occorre ridurre, in ogni caso, l’esposizione della popolazione a questi metalli pesanti che causano danni molecolari e al Dna, non combattere le vaccinazioni, ma migliorando sempre più la purezza dei vaccini ed essere così attenti a ridurre nel nostro corpo la presenza di tali sostanze tossiche.Occorre anche dire che è senz’altro esagerata ed infondata la fobia dei metalli pesanti presenti negli alimenti, un bicchiere di latte di soia contiene più metalli pesanti di una dose di vaccino, sopratutto se polivalente e come tale con un unico carico di eccipienti. In conclusione, lavoriamo per rendere sempre più puri i vaccini e riduciamo i metalli che attaccano il nostro sistema nervoso come proprio l’alluminio fa ed è sotto osservazione per molte malattie neurodegenerative. Emerge quindi la necessità di praticare le vaccinazioni tenendo conto del principio di cautela come si fa coi farmaci, mediante un consenso informato, con vaccini sempre più puri, con riguardo ai casi di particolare sensibilità alle malattie allergiche e del sistema immunitario, vedi dosaggio vitamina D3, con altri esami pre vaccinali indicati dal clinico. Insomma non si converte la gente a colpi di crocefisso sulla testa, né i genitori dei bambini con leggi coercitive ed atteggiamenti ottusi e tracotanti. Se l’interesse è quello della salute pubblica si può e si deve agire solo col consenso degli interessati.


Articolo pubblicato il giorno 5 Agosto 2018 - 20:38

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