Ci sarebbe stata la rottura di un’invaso causato dalla forte e copiosa pioggia caduta nella zona del parco nazionale del Pollino dietro la strage del torrente Raganello che due settimane fa ha travolto e ucciso dieci persone. E quella rottura avrebbe causato quella sorta di “onda anomala” che ha scatenato un inferno di acqua lungo le gole del torrente trascinando con se tutto quello che si è trovato davanti. E’ la nuova ipotesi fatta dai tecnici dopo l’ennesimo sopralluogo. La nuova relazione è stata già presentata alla Procura di Castrovillari che a questo punto potrebbe emettere presto i primi avvisi di garanzia. Il procuratore Eugenio Facciolla indaga per omicidio e lesioni colpose plurimi, inondazione e omissione d’atti d’ufficio. L’area è sotto sequestro da cinque giorni. I carabinieri che conducono le indagini hanno ascoltato tutti quelli che sono rimasti feriti e acquisito i filmati amatoriali che hanno girato alcuni tra i sopravvissuti.
Contestualmente al lavoro dei consulenti tecnici, si sta cercando di chiarire se vi sono state responsabilità nella gestione della fase di allerta, dopo il bollettino di avverse condizioni meteo lanciato dalla Protezione civile regionale, nell’assenza di misure di segnali e di sicurezza all’interno del Parco del Pollino e nella gestione delle escursioni nelle Gole del Raganello ad opera dei privati.
“Troppo spesso con il sindaco si fa il tiro al piccione: e’ facile scaricare le responsabilita’ sui sindaci. Ci assumiamo le nostre responsabilita’ che la legge prevede, comprese quelle legate all’essere autorita’ locale di protezione civile, pero’ chiediamo e pretendiamo anche strumenti e mezzi sufficienti per per esercitare appieno queste responsabilita'”. A dirlo e’ stato il presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo, sintetizzano il senso dell’incontro convocato ieri a Lamezia Terme insieme al presidente di Upi Calabria Enzo Bruno, per un confronto con i sindaci sulle tematiche in materia di allerta meteo dopo la tragedia che si e’ consumata nelle gole del Raganello. “Evidenziamo – ha aggiunto Callipo – che il sistema delle allerte cosi’ com’e’ concepito non funziona non e’ pienamente efficace. Se ogni giorno un sindaco riceve un’allerta gialla, deve avvisare i propri concittadini di evitare tutta una serie di azioni e di bloccare tutta una serie di cose che possono essere a rischio. Probabilmente, se facessimo questo tutti i giorni, alla lunga i cittadini non ci seguirebbero piu’. L’allerta gialla e arancione, attualmente, prevedono lo stesso tipo di iniziative. Non lo riteniamo corretto perche’ l’allerta gialla arriva quasi ogni giorno, mentre l’arancione, arriva in occasioni piu’ limitate. E’ una distinzione che deve essere fatta e richiede una modifica normativa che proporremo anche a livello nazionale. Una cosa sono i principi e le leggi che sono pienamente corretti e che possono prevedere il meglio, pero’, poi, bisogna applicarli”. “Oggi – ha sostenuto il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci – dobbiamo capire il vissuto giornaliero e cercare di capire cosa fare. Deve esserci una solidarieta’ tra tutte le istituzioni in campo, altrimenti non se ne esce. Ci sono dei deficit, sicuramente in riferimento all’allerta meteo, ma io voglio mettere l’accento su criticita’ che riguardano sia la viabilita’ sia l’edilizia scolastica. Noi abbiamo la richiesta di notizie per quanto riguarda gli istituti scolastici. Vi posso assicurare che in base alle nuove normative dello Stato che giustamente ha alzato il livello della sicurezza, quasi tutti gli istituti scolastici italiani, non sono in linea con i nuovi parametri di sicurezza. Allora che facciamo? Scarichiamo sui sindaci e sui presidenti di Provincia le responsabilita’? Oppure ci sediamo e capiamo tutti insieme cosa fare e come andare avanti? Sono rispettoso dell’indagine che sta facendo la Procura della Repubblica di Castrovillari ma noi abbiamo il dovere politico di andare a capire come analizziamo i problemi, quali sono i deficit che abbiamo e poi affrontarli tutti insieme”.
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