I In 90mila in Piazza San Pietro, a Roma, per l’incontro con Papa Francesco: i giovani arrivati nei giorni scorsi in pellegrinaggio si ritrovano, dopo la serata del Circo Massimo, per la messa e l’Angelus. Il Papa li esorta “ad essere protagonisti del bene. Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto”, dice.Dire ‘no’ al male “significa dire ‘no’ a una cultura della morte, che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro”, afferma il pontefice.”Non basta non odiare, bisogna perdonare – sostiene – non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è; non basta non parlare male degli altri, bisogna interrompere quando sentiamo parlar male di qualcuno. Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene”.La piazza è gremita delle decine di migliaia di ragazzi e ragazze arrivati in pellegrinaggio da tutta Italia, che oggi torneranno a casa. In 40mila si sono messi in cammino, da Nord a Sud, per partecipare alla due giorni che anticipa il sinodo dei vescovi di ottobre, dedicato al rapporto tra Chiesa e nuove generazioni. Hanno tra i 16 e i 29 anni, vengono da ogni Regione, e sono partiti da 195 diocesi. Ad accompagnarli tanti sacerdoti, suore e 120 vescovi che, indossate le t-shirt, hanno voluto condividere con loro ogni passo. Hanno attraversato il Paese andando oltre la spiritualità: i ragazzi del Nordest hanno incontrato lungo il cammino le trincee della Grande Guerra, quelli siciliani, partiti alle 4 del mattino per le temperature elevate, hanno fatto tappa a Corleone per vedere che anche nel paese simbolo della mafia c’è chi alla criminalità dice no ogni giorno. Alcuni migranti incontrati lungo la strada sono stati coinvolti, si è fatta una colletta per comprare scarpe adatte a camminare e si è proseguito, fianco a fianco, abbattendo i muri e le paure che troppo spesso ostacolano l’accoglienza.
Emilio D’Averio
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