“Ha senso ancora che esista l’Ordine dei giornalisti? Ha svolto la funzione che dovrebbe avere?” Così Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla commissione Cultura della Camera, rispondendo a Gabriele Toccafondi (gruppo misto) e Anna Ascani (Pd) nel seguito dell’audizione sulle linee programmatiche del governo in materia di editoria. “Oggi – soggiunge – anziché partire come qualunque altra forza di governo, che dopo aver chiesto per cinque anni l’abolizione dell’Odg arriva, fa un decreto e lo abolisce, ho avuto l’accortezza di incontrare immediatamente i nuovi vertici dell’Ordine (eletti recentemente grazie alla riforma, che però ha cambiato solo la governance e non ha riformato, di fatto, il sistema dell’accesso alla professione e di tutti i meccanismi legati alla tutela dei giornalisti, o alle sanzioni per chi viola il codice deontologico)”.
“Nel mio incontro non solo coi vertici, ma anche con altri giornalisti – racconta Crimi – la mia prima preoccupazione è stata di attendere il processo di autoriforma generale che si sta cercando di mettere in atto nell’ambito dell’Odg, una proposta ad ampio raggio, che non riguarda solo la governance ma proprio il settore dei giornalisti, l’accesso alla professione, una serie di interventi che però, dico la verità, ancora non ho visto. Sono ancora in corso di discussione, e mi dicono che dovrebbero essere proposti a ottobre”. “Oggi dobbiamo parlare delle nuove professioni, di un nuovo modo di fare informazione. C’è l’insieme dei comunicatori, dei social media manager, tutto un nuovo tema: non è solo l’informazione condivisa, ma un’informazione nuova e diversa con strumenti diversi. Va poi affrontata la professionalità di queste persone, il riconoscimento, come gestirle, come inquadrarle; c’è il tema, ancora irrisolto, dei giornalisti nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, dei loro contratti”.
“A seguito di questo – risponde ad Antonio Palmieri (FI) – faremo le nostre valutazioni: se ancora ci sono i presupposti per sostenere l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti, sarò qui a proporvelo. Però non è che abolire l’Odg sia una cosa che si fa così, non è che la mattina uno si alza e dice ‘abolisco l’Ordine dei giornalisti’, ne sono pienamente consapevole”. “Quando si decide di fare una scelta – conclude – poi la si governa: se si decide di abolire l’Odg andrà rivisto tutto il sistema. È chiaro che oggi l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti comporta degli automatismi, domani, se non ci dovesse essere più, no, quindi andrà rivisto tutto il sistema degli automatismi, anche legato all’Inpgi, alla cassa dei giornalisti. È un tema complesso, delicato, vista la libertà che va garantita ai giornalisti”.
“I nostri primi interventi legislativi” di riforma nel settore del giornalismo “andranno nella direzione di tutelare la figura del giornalista verso la diffamazione temeraria o intimidatoria, e di tutelare i giornalisti per quanto riguarda le fonti: elementi base per tutelare la libertà di informazione”. ha specificato. “Come potrete vedere – soggiunge – saranno interventi legislativi parlamentari, non ‘calati dall’alto’: ci sono due ddl già presentati al Senato, e io mi farò garante perché siano portati avanti”. “Quando si parla di tutela della libertà di informazione – specifica – non si parla solo di quella degli editori, ma anche della libertà del giornalista di scrivere una notizia, che molto spesso oggi è minata, e non solo dall’editore, ma anche da una serie di leggi che non consentono di avere margine di azione: abbiamo visto molti casi di intimidazione, da parte della magistratura, o dei politici, con denunce per diffamazione fatte solo a scopo intimidatorio”.
“Sarà il mio impegno cercare di garantire una certezza nel tempo: se dovremo prevedere un taglio o uno spostamento di fondi, tutto sarà fatto in tempi tali da permettere al settore industriale di adeguarsi. Non ci saranno tagli o riforme dall’oggi all’indomani. Non vorrei seguire l’esempio del governo precedente con le agenzie di stampa che, dall’oggi al domani, con direttive e altre norme, che sono state impugnate, hanno creato tutto il caso che oggi c’è sull’assegnazione alle agenzie di stampa”. Ha continuato Vito Crimi sottolineando che proprio ieri “abbiamo firmato l’ultimo contratto dell’ultimo lotto rimasto in piedi, ancora da assegnare, con AskaNews, dopo tutte le vicende giudiziari che ci sono state”.
“Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha indetto al 30 ottobre la prossima sessione di esami per la prova di idoneità professionale per l’iscrizione nell’elenco dei giornalisti professionisti”. Lo afferma Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia, che prosegue: “Il sottosegretario con delega all’editoria Crimi ha dichiarato oggi che ad ottobre valuterà se abolire o meno l’ordine dei giornalisti. Siccome l’iscrizione per il suddetto esame costa 300 euro e altrettanti ne servono per l’acquisto dei testi su cui prepararsi, sarebbe utile che Crimi chiarisse fin da ora cosa intende fare per evitare di far buttare al vento gli sforzi, e i soldi, dei candidati che intendono iscriversi alla sessione di ottobre”, conclude la Marrocco.
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